Storia della massoneria tra segreti e anticlericalismo

Storia della massoneria tra segreti e anticlericalismo

13.07.2017
Storia della massoneria tra segreti e anticlericalismo
Storia della massoneria tra segreti e anticlericalismo
autori: Franco Cardini
formato: Articolo
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Il 24 giugno 1717 si può considerare la data di nascita della prima Gran Loggia di Londra, dopo alcuni tentativi in Scozia. La fede nel deismo, i rituali esoterici, la fedeltà fra gli affiliati. La posizione critica della Chiesa cattolica non è mai cambiata.

Le origini della massoneria moderna vanno rintracciate nella Scozia e nell’Inghilterra del secolo XVII, sebbene anche per questo periodo le fonti a disposizione non siano molte. Nessun archivio permette di seguire continuativamente la storia di una loggia; bisogna accontentarsi di una decina di indicazioni isolate circa l’esistenza di cerimonie durante le quali si comunicavano ai nuovi iniziati alcuni segni e parole segreti; per la maggior parte, questi documenti registrano l’ingresso di apprendisti, il passaggio ai gradi superiori, le norme del soccorso reciproco. I primi archivi di una loggia permanente in Inghilterra sono datati al 29 settembre 1701 ad Alnwick, una località situata a pochi chilometri dal confine scozzese: si tratta di una loggia di mestiere che risponde al nome di «The Company and Fellowship of Free Masons att a lodge held at Alnwick».

La prima loggia di cui abbiamo conoscenza viene creata da William Shaw, scozzese già al servizio come maestro di cantiere sotto Giacomo VI, alla fine del Cinquecento: sembra di capire che tali logge fossero una sovrapposizione rispetto alle corporazioni, che raccoglievano solo i muratori di una determinata città e forse anche un certo numero di artigiani e manovali con funzioni diverse nei cantieri, mentre le logge appaiono riservate a lavori specializzati. Qualche traccia in più ci viene dalla corporazione dei muratori di Londra: nel 1619 è segnalata l’esistenza di una London Company of Freemasons che tra 1654 e 1655 diviene la London Company of Masons. Negli archivi della corporazione si trovano menzioni a modalità di adesione alla corporazione differenti da quelle consuete, che prevedevano la cooptazione attraverso l’apprendistato o per diritto ereditario; durante riunioni specifiche alcuni individui vengono “accettati” e diventano dunque accepted freemasons.

La storiografia si è divisa sul significato da conferire a queste cerimonie: alcuni propendono per l’ipotesi che l’accettazione riguardasse solo persone che non appartenevano al mestiere e che venivano introdotte a titolo onorifico nella loggia; è anche vero però che le testimonianze londinesi mostrano come molti fra gli “accettati” fossero già iscritti alle corporazioni, ma avessero acquisito particolare celebrità come tagliatori di pietre nelle chiese o al servizio di sovrani, o magari perché a capo delle corporazioni. Ciò che interessa sottolineare, comunque, è che gradualmente, durante il Seicento, le corporazioni dei freemasons cominciano ad ammettere al loro interno gentlemen dotati di particolare reputazione: ufficiali dell’esercito, scienziati, architetti. Nel 1708 lo scrittore John Hatton annota in una descrizione della Londra del tempo (intitolata A New View of London) che numerosi fra nobili e borghesi sono membri di corporazioni di muratori. Probabilmente è da questo modello che si andò evolvendo l’idea della loggia massonica come sodalizio filosofico-speculativo, che si sarebbe concretizzata quando i gentlemen avrebbero deciso (seguendo percorsi che permangono ignoti) di fondare logge sul modello di quelle dei freemasons, ma prive ormai di ogni legame con i mestieri effettivamente esercitati.

Dopo questa fase di preparazione, agli inizi del Settecento vediamo la nascita ufficiale della Gran Loggia di Londra, per la quale è arduo stabilire un legame di continuità diretta rispetto alle logge di mestiere inglesi e scozzesi del Seicento delle quali si è detto. Allo stato delle conoscenze attuali si può affermare soltanto che il 24 giugno 1717, solstizio d’estate, un gruppo di gentlemen inglesi (cioè di appartenenti all’alta borghesia che ormai viveva secondo i costumi della nobiltà) fondarono un gruppo d’appartenenza nuovo, modellato sulle logge dei muratori inglesi e soprattutto scozzesi che nel secolo precedente avevano talvolta accolto gentlemen nelle loro fila. L’oscurità di questi inizi deriva dal fatto che le prime Costituzioni della Gran Loggia, in cui si fornisce questa data d’inizio, datano a ventuno anni più tardi. Vi si afferma come, dopo una riunione preparatoria, quattro logge che portano i nomi delle taverne in cui si riunivano («The Goose And The Gridiron», «The Crown», «The Apple Tree», «The Rummer And Grapes») si sarebbero federate in una Gran Loggia appunto il 24 giugno 1717, festa di san Giovanni Battista. I membri avrebbero eletto un gran maestro, il gentleman Anthony Sayer; negli anni successivi si sarebbero alternati alla carica George Payne (un funzionario delle imposte), Jean Théophile Désaguliers (francese protestante in esilio dopo la revoca dell’Editto di Nantes nel 1685), ancora George Payne nel 1720. Solo a partire da questo momento è possibile trovare documenti esterni che corroborano le notizie sulla Loggia...

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Franco Cardini

Franco Cardini, storico e saggista italiano, ha insegnato Storia medievale all’Università di Firenze. Tra le sue ultime pubblicazioni: "Un uomo di nome Francesco" (2015); "I giorni del sacro. I riti e le feste del calendario dall'antichità a oggi" (2016).

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