Carlo Maria Martini: don Milani oggi

Carlo Maria Martini: don Milani oggi

10.05.2017
L’esperienza pastorale di don Milani oggi
L’esperienza pastorale di don Milani oggi
autori: Carlo Maria Martini
formato: Articolo
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Una rilettura originale della vicenda del priore di Barbiana: il primato della Parola e dei poveri e il radicalismo evangelico, ma anche la curiosa assenza della donna e della Chiesa come comunione. Un pioniere senza il Concilio.

Non sono uno specialista di don Milani. Del resto la sua è una personalità così ricca e così provocatoria da sfidare anche i suoi migliori interpreti: tanto più, quindi, chi non lo conosce profondamente. Le frammentarie riflessioni che mi accingo a proporre danno per acquisiti sia l’opera di contestualizzazione storica della vicenda di don Lorenzo sia l’approfondimento dei tratti salienti della sua spiritualità e della sua proposta culturale e pedagogica. Una ricognizione critica, questa, dalla quale la testimonianza di don Milani esce indiscutibilmente luminosa e, in certo modo, profetica. Ma è appunto sull’evoluzione delle coordinate storico-ecclesiali che vorrei porre l’accento, a motivo del taglio eminentemente pastorale della mia riflessione.

Questa prospettiva intenzionalmente mira a renderci consapevoli del tratto di strada percorso dalla Chiesa italiana e a farci guardare avanti. Rileggendo soprattutto Esperienze pastorali, mi è rinata una certa riserva critica sorta in me all’epoca della prima lettura: non tanto verso le idee espresse da don Milani, quanto piuttosto verso ciò che egli non ha detto. In questo senso allora l’atteggiamento critico diventa gratitudine per quello che, in controluce, la sua testimonianza ci permetterà di chiarire a riguardo del nostro impegno di credenti.

L’interrogativo che mi sono posto si potrebbe esprimere così: che cosa rimane, oggi, pastoralmente attuale del messaggio di Esperienze pastorali? Che cosa c’è in esso di pastoralmente attuale per il nostro cammino di Chiesa dopo il Concilio? Dico subito che, da questo punto di vista, don Milani potrebbe apparire senz’altro “sorpassato”, nel senso di “oltrepassato” dagli eventi. Lui stesso del resto, nella sua onestà, l’aveva detto a soli sette anni di distanza dalla stampa del volume. In una lettera da Barbiana del 1965 a un professore che gli chiedeva di mandargli una copia di Esperienze pastorali scriveva: «Il mio libro fece molto rumore quando uscì nel ’58. Poi è stato sorpassato a sinistra da un Papa! Quale umiliazione per un “profeta”! Lo considero perciò superatissimo». Poi ammetteva: «Ci sono alcuni capitoli che forse sono ancora importanti» (Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, 1975).

Il primato della Parola
Vorrei proporvi la riflessione secondo due domande successive: 1) Quale interesse ha, ancora oggi, la lettura di Esperienze pastorali? 2) Che cosa oggi sentiamo che don Milani non aveva ancora colto? Che cosa soprattutto desideriamo e non troviamo nel suo libro, per vari aspetti “datato”?

Alla prima domanda sarebbe facile dare risposta condensando tutto in una espressione: don Milani è un uomo che ha afferrato il primato della parola, intesa nei suoi signifi cati umano e biblico-teologico. Egli ha colto la parola nella sua pregnanza biblica, nella sua potenza creativa, che in Esperienze pastorali chiama la sua dignità vivifi catrice, la sua capacità di piegare, di trasformare, di costruire. Qui c’è tutta la dottrina biblica sulla forza creativa, formativa, forgiativa
della parola: la parola che fa essere uomo. L’uomo è ciò che è per la parola.

Nota. Qui proponiamo ampi stralci dell'intervento che Carlo Maria Martini tenne all’Università Cattolica di Milano il 10 marzo 1983, a 25 anni dalla pubblicazione di Esperienze pastorali di don Lorenzo Milani. Il testo comparve negli Atti del convegno editi da Vita e Pensiero col titolo Don Lorenzo Milani tra Chiesa, cultura e scuola.

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Carlo Maria Martini

Carlo Maria Martini, gesuita, arcivescovo di Milano, cardinale, è stato una delle figure più eminenti della Chiesa cattolica negli ultimi decenni. Insigne biblista, attraverso il metodo della lectio divina ha aiutato i fedeli ad accostarsi alla Scrittura per trovarvi il fondamento e le risposte alle proprie esperienze di vita. Attivo nel dialogo ecumenico e in quello con l’ebraismo, ha promosso il contatto e lo scambio anche con le persone in ricerca della fede, con l’iniziativa della Cattedra dei non credenti. Negli oltre vent’anni del suo episcopato a Milano, gli anni di piombo del terrorismo e quelli dei rivolgimenti di Mani pulite, tutta la città, credente e non, impara a rivolgersi a lui come al primo riferimento morale. Nel 2002 rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi e riprende gli studi biblici, scegliendo di vivere prevalentemente a Gerusalemme, fino alla morte del 2012.

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