News / Dalla rivista
Nel linguaggio contemporaneo la popolazione di età compresa fra i 20 e i 39 anni è il simbolo di un centro vitale. Rappresenta, in altri termini, un potenziale innovativo tale da rivelarsi cruciale per la crescita e il progresso economico di un Paese.
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È una parola che esprime la giusta misura e tenta di separare il necessario dal superfluo, dato che il “mantra” della modernità espansiva – «più in alto, più veloce, più avanti» – ha fatto il suo tempo. Un modello di sviluppo alternativo.
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In una società dominata dall’individualismo e dalla cultura del provvisorio, la famiglia si trova al centro di violenti scontri ideologici. È invece uno dei pochi luoghi di reale apertura all’alterità e di educazione a quel “sapere esperienziale” che ci rende umani e liberi.
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Dal Concilio al prossimo convegno di Firenze fino all’Anno Santo: solo abitando con mitezza la città degli uomini la Chiesa rimarrà una “Chiesa di popolo” caratterizzata non dall’essere più o meno “liquida”, ma dall’essere concreta.
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Il nostro mare è tornato prepotentemente alla ribalta ponendosi all’attenzione della politica internazionale. Ma non c’è accordo sulla natura delle minacce politiche e militari cui far fronte. La difficile ricerca di un equilibrio tra solidarietà, sicurezza e paura.
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Disintermediazione e precarietà, mondializzazione e inadeguatezza delle élite: al di là degli stereotipi, le trasformazioni della società nascondono anche nuove opportunità. Che i giovani potranno cogliere se si insegnerà loro una “filosofia del fare”.
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La prossima visita di papa Francesco in Bosnia esprime la potenza della volontà di sapere cosa resta della tragica vicenda del conflitto e di agire per superarla. Anche se la parola “guerra” ha lasciato una pesante ipoteca sul futuro delle nuove generazioni.
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Una predicazione efficace è connessa al ruolo ormai pervasivo della comunicazione e non può essere lasciata alla spontaneità. Va incentivato l’uso delle immagini, tratte dalla vita quotidiana o ispirate da un’opera d’arte.

L’interesse dello storico francese per questa disciplina, simbolo della modernità, evoca la nostalgia dell’assente come desiderio del suo ritorno. Un modo per lasciar entrare l’aria che viene d’altrove, attraversare altri spazi e apprendere altre domande.

Prima, la passione per oggetti in grado di raccontare emozioni. Poi, la raccolta di interviste video in presa diretta a personaggi dello spettacolo e dell’arte. Il giornalista bolognese spiega perché è importante non rinunciare alla ricerca del vero.
