News / Dalla rivista
Nelle sue dimensioni commerciali, il mondo digitale è materialista, ma il bisogno di spiritualità non è affatto scomparso. Le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale possono essere una chance per la Chiesa.

Alla perenne ricerca della verità e delle sue aporie, il filosofo morto a gennaio non ha dato vita a un sistema chiuso, giungendo di recente a conclusioni vicine alla teologia. Senza irenismi o facili concordismi, forse va ripensata la condanna della Chiesa.

La rivoluzione digitale ha complicato il compito dell’educatore, ma forse si tratta di una falsa impressione. Di fronte al mare informatico della rete, occorre trovare bussole efficienti, capaci di orientarci nella selva dove tutto sembra uguale.

La città oggi è il centro della vita per milioni di persone, eppure molti si allontanano dal suo ritmo concitato per coltivare interiorità e silenzio. Ma cosa vuol dire ritirarsi dal mondo? Non certo disinteressarsene, ma custodirne le gemme più piccole, per farle fiorire.

Dagli Usa a Israele, dalla Norvegia alla Turchia, sono diversi i titoli che affrontano delicate questioni di geopolitica. Guardando Homeland o Fauda lo spettatore fa i conti con i lati oscuri della lotta al terrore, in un intreccio tra finzione e mondo reale.

Il nostro tempo è generato da una razionalità che non riconosce il mistero, ma senza la contemplazione dell’eterno non possiamo vivere. Qual è il futuro dell’uomo e della Terra?

Dopo l’assegnazione delle Olimpiadi invernali, quali sono le radici comuni delle due regioni? Un’analisi che spazia dalla società alla religione fino all’economia.

Nel 1949 l'autore di questo pezzo si chiedeva: leggono gli italiani? Il dibattito gli sembrava già vecchio allora. E, se alcuni accenti ricordano il duro scontro nella cultura italiana tra cattolici e comunisti (basta pensare a Peppone e Don Camillo), altri sono di sorprendente attualità. Davvero il rapporto tra gli italiani e la lettura è cambiato così poco?

Una rilettura della posizione di alcuni scrittori e critici italiani della seconda metà del Novecento: da Sciascia a Pasolini, da Chiaromonte a Fortini, da Pampaloni a Manganelli. Un’apertura che denota una passione per l’uomo anche fuori dall’ortodossia.

A trent'anni ha deciso di abbandonare Napoli e trasferirsi a Londra: lì ha trovato lavoro e ha completato il suo primo romanzo. Qui racconta cosa significa lasciare la propria patria e la propria città, come è capitato a tantissimi giovani italiani.
