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Dopo gli articoli di G. Vigini e P. Ambrosini, prosegue la riflessione sulla lettura e i giovani. Che leggono di più di quanto si pensi, ma in modo frammentario. La scuola ha ampi spazi per educare alla lettura di qualità.

Le piattaforme di streaming pagano le case discografiche, che cedono molto poco agli artisti. Così per guadagnare si fanno concerti e merchandising, ma i costi continuano a salire.

Dopo l'articolo di G. Vigini, continuiamo la riflessione sulla lettura. Per supportarla occorre aiutare le famiglie e sostenere le librerie, che sono i soli luoghi dove si possono incontrare i libri che ancora non si sa di voler leggere.

Il lavoro nel settore culturale è frammentato e intermittente. Una situazione che si riflette anche nell'organizzazione sindacale, che deve fare sintesi. E i politici dovrebbero dare risposte e non limitarsi a distribuire poltrone.

Qualche tempo fa si è diffusa la notizia che Alexa potrebbe imitare la voce di chiunque, anche di una persona morta, in base a un campione audio di 1 minuto. Con la tecnologia la “nostra idea di al di là” diventa “molto più vasta e ambigua”.

I giovani si confermano una fascia d’età che legge molto, e le case editrici ne sono consapevoli. La gran quantità di titoli pubblicati dovrebbe però puntare meno sulla riconoscibilità degli autori e più sulla qualità dei titoli.

Carlo III ha aspettato pazientemente il suo turno. E, se si guarda oltre il pettegolezzo, si presenta al trono con una preparazione e una sensibilità fuori dal comune. C’è di più in lui, come recita il motto della scuola che ha frequentato.

La ricorrenza del 25 aprile ci ricorda la lotta di liberazione e la storia di un Paese che è rimasto libero. Il prima e il dopo hanno un senso, però, solo se ci ricordiamo che la storia chiede scelte tragiche.

In Gesù davvero la Parola si è fatta carne, ha lasciato un segno con il suo corpo fino al silenzio in croce. Il pentimento di fronte al Crocifisso è la via per la verità, che porta a un cuore puro e capace di testimonianza coerente.

L’arte di Bill Viola, “perfezione” e “ortodossia”, dal punto di vista di un altro artista, innamorato del corpo che “si disgrega”, nella “imperfetta perfezione di un cammino già compiuto”.
