Biblioteche scolastiche: quale futuro?
Secondo un'indagine fatta dall'Associazione italiana editori, nel 2016 le scuole italiane – dalle primarie alle secondarie di secondo grado – in cui era presente una biblioteca scolastica erano il 91,4%, con una media di 2.501 volumi per scuola. Pur nella complessiva decrescita (infelice) dal 2011 al 2016, a limitarci a questi dati la situazione sembra buona. Ma, approfondendo, si osserva che la superficie media – calcolata sulle scuole che hanno risposto al questionario – è di 57 mq, con 15 posti a studente (il 9,9% delle scuole risponde 0) e con una media per ciascuno di 3,9 libri. Ma soprattutto quanto spende in media ogni scuola per acquisto di libri? 232 euro, che equivale a 0,37 a studente.
Se si aggiunge che nell'anno considerato sono entrati in media in biblioteca 113 libri; che le ore medie di apertura sono di 3 h e 34'; che tra il personale addetto alla biblioteca solo il 5% sono bibliotecari, e se infine si considera che, dal 2016 ad oggi, la situazione è certamente peggiorata, ci sono buone ragione per ritenere che la situazione delle biblioteche scolastiche in Italia sia estremamente precaria.
Intendiamoci: poi cittadini ed editori possono anche donare quasi 300.000 libri per dare sostegno e vita alle biblioteche scolastiche, come è stato fatto con la meritoria iniziativa “Ioleggoperché2017”, organizzata dall'Associazione italiana editori, in collaborazione con le istituzioni ministeriali, l'Associazione dei librai e quella dei bibliotecari. Ma, di norma, una biblioteca scolastica – che ha proprio lo scopo di provvedere alle esigenze di lettura e di studio degli allievi e fornire agli insegnanti strumenti utili al loro aggiornamento professionale – dovrebbe essere messa in grado di assicurare da sé un adeguato servizio. Che vuol dire innanzitutto che la biblioteca sia degna di questo nome; non sia una stanza dove si mettono dentro dei libri (e per questo ci vuole un esperto, cioè un vero bibliotecario) e che i libri possa acquistarli autonomamente, avendo le risorse adeguate.
Questo per dire l'importanza che va assegnata alle biblioteche scolastiche, mentre oggi, purtroppo, sembra che esse siano paragonabili a quelle anime di cui parla Flaubert in uno dei suoi racconti: che “l'inferno non vuole e che il paradiso respinge”. Fuori di metafora, che si trovino di fatto in una sorta di limbo, vivendo alla giornata, sempre alle prese con fondi scarsi o comunque decisamente insufficienti a gestire una funzione di interesse primario.
Giuliano Vigini
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