Galantino: Chiesa, luogo di misericordia
![]() Chiesa, luogo di misericordia
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autori: | Nunzio Galantino |
formato: | Articolo |
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La Chiesa in Italia si appresta a celebrare il quinto convegno ecclesiale nazionale, a Firenze, il prossimo novembre. Il titolo – In Gesù Cristo il nuovo umanesimo – ci dice che prosegue la scelta dell’evangelizzazione, scandita dagli appuntamenti che dal 1976 hanno segnato il percorso inaugurato dal Concilio Vaticano II. Il convegno è una tappa nuova non solo perché si aggiunge a quelle passate, ma perché vuole rinnovare la nostra consapevolezza dell’evangelizzazione come cammino insieme a Gesù. Viene così accolto l’invito di Evangelii gaudium a trovare «vie nuove al cammino della Chiesa nei prossimi anni» (EG 1).
Un cammino evangelico
L’appuntamento di Firenze si pone al confluire di movimenti storici diversi. C’è anzitutto l’evento del Concilio Vaticano II, la cui durata non si è ancora esaurita. C’è il cammino della Chiesa in Italia, articolato secondo le scelte pastorali che di decennio in decennio hanno cercato di trasformare in iniziativa evangelizzatrice il messaggio conciliare. Non possiamo dimenticare, poi, che dopo il convegno si aprirà l’Anno Santo straordinario dedicato alla misericordia. Anche altri movimenti, ancora più lenti, ci interpellano. La spinta della modernità sembra aver raggiunto un bivio davvero radicale. Se si volesse suggerire un senso a questa epoca, dovremmo cercarlo nell’autoaffermazione dell’uomo, che almeno inizialmente avviene a partire dall’ispirazione cristiana dell’uomo come gloria Dei, secondo la celebre espressione di sant’Ireneo. Nella tarda modernità gli esiti di questo movimento ammontano, però, alla perdita di centralità dell’uomo, tanto che oggi si parla di post-umanesimo. L’“umanesimo ateo” che voleva fare a meno di Dio finisce per dimenticarsi dell’uomo. La cultura di oggi può allora scegliere di esaltare l’uomo, oppure abbandonarlo definitivamente al suo destino di tecnica e desiderio. Sembra di essere obbligati a scegliere tra due ideologie, quella dell’esaltazione delle conquiste umane (secondo gusti diversi: chi esalta la libertà, chi la giustizia, chi l’Oriente, chi l’Occidente…) e quella della riduzione dell’uomo a uno dei suoi tratti (il desiderio, la capacità tecnica, la natura animale…).
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