Parsi: L’area del Mediterraneo è di nuovo crocevia strategico
![]() L'area del Mediterraneo è di nuovo crocevia strategico
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autori: | Vittorio Emanuele Parsi |
formato: | Articolo |
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Dopo l’attenuarsi dell’attenzione legata alle primavere arabe del 2010-2011, e archiviato con incredibile nonchalance il fiasco politico della campagna di Libia contro il regime di Gheddafi, è proprio per quanto sta avvenendo nell’ex regno del colonnello che l’Occidente ha finalmente preso consapevolezza della nuova centralità del Mediterraneo. Essa però non implica affatto che ci sia un accordo definitivo e complessivo sulla fonte e la natura delle minacce politiche e militari cui fare fronte e neppure che il “centro geopolitico” del Mediterraneo coincida necessariamente con il suo centro geografico.
Negli anni della Guerra fredda, dominati dalla sfida globale Est- Ovest, il Mediterraneo aveva rivestito il ruolo di un teatro tutto sommato periferico rispetto alla strategia dell’Alleanza Atlantica. Nel confronto sovietico-americano il fronte europeo presentava un carattere principalmente terrestre, esemplificato dalla metafora churchilliana della “cortina di ferro”, anche per la limitata capacità navale, in termini di naviglio di superficie, dell’Unione Sovietica. La dimensione navale era riferita essenzialmente all’Oceano Atlantico – richiamato esplicitamente nella stessa denominazione dell’Alleanza – in quanto spazio da controllare per poter garantire continuità tra il continente nordamericano e l’Europa. In maniera analoga a quanto si era verificato durante la Seconda guerra mondiale, la nuova battaglia dell’Atlantico aveva così come tema fondamentale quello della garanzia della sicurezza dei convogli che avrebbero dovuto trasportare truppe e materiali dai porti del Nord-America a quelli europei. In Europa, peraltro, la costruzione del progetto di unificazione, incardinato intorno all’asse franco-tedesco, aveva contribuito a rafforzare la percezione essenzialmente continentale della Comunità e poi dell’Unione. Nonostante l’ingresso di Paesi mediterranei come Grecia e Spagna, quella europea restava una casa comune senza finestre sul Mediterraneo, un dato che si sarebbe rafforzato con l’allargamento seguito alla fine della Guerra fredda, che non sarebbe stato scalfito dal varo del processo di Barcellona e che, anzi, sarebbe stato ratificato dal fallimento dell’Unione Euro-mediterranea.
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