Con la guerra una nuova configurazione del mondo
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autori: | Vittorio Emanuele Parsi |
formato: | Articolo |
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La transizione del sistema politico internazionale non è certamente iniziata con l’aggressione russa all’Ucraina, ma non c’è dubbio che la scellerata guerra di Putin le abbia fornito una caratterizzazione e un’accelerazione impreviste e, tendenzialmente, irreversibili. La guerra prima o poi finirà, come tutte le guerre, e senza l’olocausto nucleare di massa evocato da tanti profeti di sventura. Ma non c’è alcuna probabilità che si possa tornare allo status quo ante, alla pura e semplice restaurazione dell’ordine precedente. Ciò non significa che l’esito sia scritto e che l’effetto delle guerre sia ugualmente catastrofico per gli attori che – direttamente o indirettamente – sono coinvolti.
Farà un’immensa differenza per le prospettive delle nostre democrazie e del nostro stile di vita se a prevalere saranno le ragioni della giustizia e del diritto, dell’Ucraina e delle democrazie occidentali o, viceversa, le pretese della brutalità, della forza, della Russia e dei regimi illiberali del “resto”. Quello in gioco in Ucraina, accanto al sacrosanto e incomprimibile diritto del popolo ucraino di decidere del suo futuro e di tutelare il valore assoluto della propria sovranità nazionale accanto a quello della scelta irreversibile per la democrazia e l’Europa, è il destino della democrazia e della natura liberale dell’ordine internazionale.