Invito ai giovani contro il fascino del negativo
![]() La riscossa dei giovani contro il fascino del negativo
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autori: | Mario Delpini |
formato: | Articolo |
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Gratis
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Per gentile concessione del neo-arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, pubblichiamo un suo testo inedito del 1981. Si tratta di una riflessione rivolta agli studenti del liceo ginnasio arcivescovile di Seveso il 2 febbraio di quell’anno, giorno della Presentazione al Tempio. Allora Delpini insegnava latino e greco. In questo testo si augura la fondazione di un movimento giovanile, che denomina “Alleluia”, per rilanciare la presenza cristiana fra i ragazzi.
(foglio macchiato: cos’è? Una macchia!)
Ecco la vita dunque? Una macchia, un insensato e ridicolo punto nero. Un lungo sfilare di giorni segnato da attese insoddisfatte. Faticoso pellegrinaggio verso la morte. Quotidiano sfumare di speranze.
Così ha dunque letto la vita il vecchio Simeone, e Anna la profetessa vissuta di digiuni e di preghiere? No. Questi due vecchi di fronte a un bambino hanno trovato le parole della lode e dell’esultanza. Non hanno detto: «Come? Tutto qui?». E il vecchio Simeone ha ritenuto che la sua lunga vita non è stata sciupata, che l’annosa attesa non è stata delusa. «Ora lascia che il tuo servo vada in pace; ho vissuto abbastanza se ho incontrato Gesù» anche se è quasi solo una promessa e un desiderio.
E la vecchia profetessa Anna non s’è lamentata dei lunghi digiuni e delle preghiere che duravano notte e giorno, ma «sopraggiunta in quel momento si mise anche lei a lodare Dio»… e avrà cantato così: «Ti lodo Dio e ti benedico; valeva la pena vivere fino a 84 anni per vedere questo giorno, valeva la pena. Sembrava che la vita fosse stata avara con me, vedova senza figli, sola senza un futuro e senza un appoggio, e invece valeva la pena per vedere questo giorno e questo bambino. Sembravano inutile tormento il mio digiuno e la mia preghiera. Sembravano pratiche da vecchi che neppure Dio ascolta più, e invece valeva la pena per rendere puro il cuore e acuta la vista, questa povera vista di vecchia, e vedere la salvezza di Dio».
Così questi vecchi santi di Israele. E da loro quasi un invito alla riscossa per questo mondo decrepito di malinconia. Oggi vive una generazione affascinata dal negativo: si rifiuta all’entusiasmo perché lo scambia per ingenuità, confonde l’intelligenza con l’astuzia e ritiene lo scetticismo una prova di saggezza. Per questo è una generazione inoperosa: di ogni proposta, infatti, considera i rischi più che le possibilità, a ogni invito indovina un tranello e interpreta ogni istituzione come una prepotenza. Può essere che anche da noi si respiri quest’aria appestata di critica e di sospetto. E così è smarrito il senso delle proporzioni.
Hai dei compagni? Ecco, sono concorrenti, noiosi, curiosi, antipatici. Hai dei superiori? Ecco, sono nemici, pedanti, opprimenti. Hai un Dio? Ecco, è un padrone che ti vuole rubare la vita e proibire la gioia. Hai un orario? Assurda monotonia. Hai scuola, studio, impegni? Sono doveri e fatiche.
Così la ricerca della macchia sul foglio bianco diventa un pretesto, una comoda scusa per cestinare i giorni, uno dopo l’altro, come carta straccia. Imparare a criticare sempre vuol dire trovare un motivo per non impegnarsi mai.
Questa festa della luce ci insegni a vedere meglio, ci aiuti a ritrovare le parole della lode; ecco, il senso delle proporzioni. È bastato a Simeone un incontro per dare significato alla vita; e per te l’incontro avviene ogni giorno. E sei preso per mano, condotto ad amare il tuo presente, a capire che le persone, i luoghi, i tempi in cui vivi non sono condizionamenti, penosi legami che intralciano la tua libertà. Sono piuttosto possibilità, occasioni per la salvezza. Le persone: possono essere amici, maestri; i luoghi, i tempi, gli impegni: possono essere occasioni di verità, di conoscenza, quasi un allenamento alla vita.
Perciò ho deciso di fondare un movimento. Si chiama “Alleluia”, cioè lode a Dio! Lode a Dio per questa mattina, lode a Dio per le vacanze e per la scuola, lode a Dio per gli amici e per i nemici, lode a Dio per la salute e la malattia. Alleluia.
È un movimento che non è fatto per gli ingenui, che non sanno riconoscere il male. Alleluia! Non perché il male non esiste, ma perché c’è Dio che è bene e perfi no attraverso fatica e dolore sa edifi care gioia e pace. Sono invitate all’Alleluia le persone umili e audaci, innamorate della bellezza tanto da saperla cercare dappertutto.
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(foglio macchiato: cos’è? Una macchia!)
Ecco la vita dunque? Una macchia, un insensato e ridicolo punto nero. Un lungo sfilare di giorni segnato da attese insoddisfatte. Faticoso pellegrinaggio verso la morte. Quotidiano sfumare di speranze.
Così ha dunque letto la vita il vecchio Simeone, e Anna la profetessa vissuta di digiuni e di preghiere? No. Questi due vecchi di fronte a un bambino hanno trovato le parole della lode e dell’esultanza. Non hanno detto: «Come? Tutto qui?». E il vecchio Simeone ha ritenuto che la sua lunga vita non è stata sciupata, che l’annosa attesa non è stata delusa. «Ora lascia che il tuo servo vada in pace; ho vissuto abbastanza se ho incontrato Gesù» anche se è quasi solo una promessa e un desiderio.
E la vecchia profetessa Anna non s’è lamentata dei lunghi digiuni e delle preghiere che duravano notte e giorno, ma «sopraggiunta in quel momento si mise anche lei a lodare Dio»… e avrà cantato così: «Ti lodo Dio e ti benedico; valeva la pena vivere fino a 84 anni per vedere questo giorno, valeva la pena. Sembrava che la vita fosse stata avara con me, vedova senza figli, sola senza un futuro e senza un appoggio, e invece valeva la pena per vedere questo giorno e questo bambino. Sembravano inutile tormento il mio digiuno e la mia preghiera. Sembravano pratiche da vecchi che neppure Dio ascolta più, e invece valeva la pena per rendere puro il cuore e acuta la vista, questa povera vista di vecchia, e vedere la salvezza di Dio».
Così questi vecchi santi di Israele. E da loro quasi un invito alla riscossa per questo mondo decrepito di malinconia. Oggi vive una generazione affascinata dal negativo: si rifiuta all’entusiasmo perché lo scambia per ingenuità, confonde l’intelligenza con l’astuzia e ritiene lo scetticismo una prova di saggezza. Per questo è una generazione inoperosa: di ogni proposta, infatti, considera i rischi più che le possibilità, a ogni invito indovina un tranello e interpreta ogni istituzione come una prepotenza. Può essere che anche da noi si respiri quest’aria appestata di critica e di sospetto. E così è smarrito il senso delle proporzioni.
Hai dei compagni? Ecco, sono concorrenti, noiosi, curiosi, antipatici. Hai dei superiori? Ecco, sono nemici, pedanti, opprimenti. Hai un Dio? Ecco, è un padrone che ti vuole rubare la vita e proibire la gioia. Hai un orario? Assurda monotonia. Hai scuola, studio, impegni? Sono doveri e fatiche.
Così la ricerca della macchia sul foglio bianco diventa un pretesto, una comoda scusa per cestinare i giorni, uno dopo l’altro, come carta straccia. Imparare a criticare sempre vuol dire trovare un motivo per non impegnarsi mai.
Questa festa della luce ci insegni a vedere meglio, ci aiuti a ritrovare le parole della lode; ecco, il senso delle proporzioni. È bastato a Simeone un incontro per dare significato alla vita; e per te l’incontro avviene ogni giorno. E sei preso per mano, condotto ad amare il tuo presente, a capire che le persone, i luoghi, i tempi in cui vivi non sono condizionamenti, penosi legami che intralciano la tua libertà. Sono piuttosto possibilità, occasioni per la salvezza. Le persone: possono essere amici, maestri; i luoghi, i tempi, gli impegni: possono essere occasioni di verità, di conoscenza, quasi un allenamento alla vita.
Perciò ho deciso di fondare un movimento. Si chiama “Alleluia”, cioè lode a Dio! Lode a Dio per questa mattina, lode a Dio per le vacanze e per la scuola, lode a Dio per gli amici e per i nemici, lode a Dio per la salute e la malattia. Alleluia.
È un movimento che non è fatto per gli ingenui, che non sanno riconoscere il male. Alleluia! Non perché il male non esiste, ma perché c’è Dio che è bene e perfi no attraverso fatica e dolore sa edifi care gioia e pace. Sono invitate all’Alleluia le persone umili e audaci, innamorate della bellezza tanto da saperla cercare dappertutto.
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