L'invito ai giovani di Delpini: superate la tenzazione della critica che immobilizza

Invito ai giovani contro il fascino del negativo

14.03.2018
La riscossa dei giovani contro il fascino del negativo
La riscossa dei giovani contro il fascino del negativo
autori: Mario Delpini
formato: Articolo
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Per gentile concessione del neo-arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, pubblichiamo un suo testo inedito del 1981. Si tratta di una riflessione rivolta agli studenti del liceo ginnasio arcivescovile di Seveso il 2 febbraio di quell’anno, giorno della Presentazione al Tempio. Allora Delpini insegnava latino e greco. In questo testo si augura la fondazione di un movimento giovanile, che denomina “Alleluia”, per rilanciare la presenza cristiana fra i ragazzi.

(foglio macchiato: cos’è? Una macchia!)
Ecco la vita dunque? Una macchia, un insensato e ridicolo punto nero. Un lungo sfilare di giorni segnato da attese insoddisfatte. Faticoso pellegrinaggio verso la morte. Quotidiano sfumare di speranze.

Così ha dunque letto la vita il vecchio Simeone, e Anna la profetessa vissuta di digiuni e di preghiere? No. Questi due vecchi di fronte a un bambino hanno trovato le parole della lode e dell’esultanza. Non hanno detto: «Come? Tutto qui?». E il vecchio Simeone ha ritenuto che la sua lunga vita non è stata sciupata, che l’annosa attesa non è stata delusa. «Ora lascia che il tuo servo vada in pace; ho vissuto abbastanza se ho incontrato Gesù» anche se è quasi solo una promessa e un desiderio.

E la vecchia profetessa Anna non s’è lamentata dei lunghi digiuni e delle preghiere che duravano notte e giorno, ma «sopraggiunta in quel momento si mise anche lei a lodare Dio»… e avrà cantato così: «Ti lodo Dio e ti benedico; valeva la pena vivere fino a 84 anni per vedere questo giorno, valeva la pena. Sembrava che la vita fosse stata avara con me, vedova senza figli, sola senza un futuro e senza un appoggio, e invece valeva la pena per vedere questo giorno e questo bambino. Sembravano inutile tormento il mio digiuno e la mia preghiera. Sembravano pratiche da vecchi che neppure Dio ascolta più, e invece valeva la pena per rendere puro il cuore e acuta la vista, questa povera vista di vecchia, e vedere la salvezza di Dio».

Così questi vecchi santi di Israele. E da loro quasi un invito alla riscossa per questo mondo decrepito di malinconia. Oggi vive una generazione affascinata dal negativo: si rifiuta all’entusiasmo perché lo scambia per ingenuità, confonde l’intelligenza con l’astuzia e ritiene lo scetticismo una prova di saggezza. Per questo è una generazione inoperosa: di ogni proposta, infatti, considera i rischi più che le possibilità, a ogni invito indovina un tranello e interpreta ogni istituzione come una prepotenza. Può essere che anche da noi si respiri quest’aria appestata di critica e di sospetto. E così è smarrito il senso delle proporzioni. 

Hai dei compagni? Ecco, sono concorrenti, noiosi, curiosi, antipatici. Hai dei superiori? Ecco, sono nemici, pedanti, opprimenti. Hai un Dio? Ecco, è un padrone che ti vuole rubare la vita e proibire la gioia. Hai un orario? Assurda monotonia. Hai scuola, studio, impegni? Sono doveri e fatiche.

Così la ricerca della macchia sul foglio bianco diventa un pretesto, una comoda scusa per cestinare i giorni, uno dopo l’altro, come carta  straccia. Imparare a criticare sempre vuol dire trovare un motivo per non impegnarsi mai.

Questa festa della luce ci insegni a vedere meglio, ci aiuti a ritrovare le parole della lode; ecco, il senso delle proporzioni. È bastato a Simeone un incontro per dare significato alla vita; e per te l’incontro avviene ogni giorno. E sei preso per mano, condotto ad amare il tuo presente, a capire che le persone, i luoghi, i tempi in cui vivi non sono condizionamenti, penosi legami che intralciano la tua libertà. Sono piuttosto possibilità, occasioni per la salvezza. Le persone: possono essere amici, maestri; i luoghi, i tempi, gli impegni: possono essere occasioni di verità, di conoscenza, quasi un allenamento alla vita.

Perciò ho deciso di fondare un movimento. Si chiama “Alleluia”, cioè lode a Dio! Lode a Dio per questa mattina, lode a Dio per le vacanze e per la scuola, lode a Dio per gli amici e per i nemici, lode a Dio per la salute e la malattia. Alleluia.
È un movimento che non è fatto per gli ingenui, che non sanno riconoscere il male. Alleluia! Non perché il male non esiste, ma perché c’è Dio che è bene e perfi no attraverso fatica e dolore sa edifi care gioia e pace. Sono invitate all’Alleluia le persone umili e audaci, innamorate della bellezza tanto da saperla cercare dappertutto.

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