Il libro "concentrato" tra acquisizioni e fusioni
![]() Il libro “concentrato” tra acquisizioni e fusioni
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autori: | Giuliano Vigini |
formato: | Articolo |
prezzo: | |
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L’acquisizione di Rcs Libri da parte del Gruppo Mondadori rappresenta il fatto editorialmente più rilevante da molti anni a questa parte. Trattandosi del primo Gruppo editoriale che acquista il secondo, con una nuova quota di mercato pari a circa il 38%, va da sé che questa complessa operazione finanziario-editoriale abbia avuto e abbia ancora i riflettori puntati addosso. Lasciando pure da parte qualche posizione preconcetta nei confronti dell’acquirente (avrebbe probabilmente fatto meno rumore l’acquisizione di Mondadori da parte di Rcs Mediagroup), è un fatto che editori, scrittori, intellettuali abbiano subito avuto reazioni comprensibilmente allarmate per il timore di perdere la loro autonomia, il loro potere contrattuale o semplicemente un certo tipo di rapporto umano, e in ogni caso di restare fortemente condizionati, sotto vari aspetti, nella loro attività.
Quello che fa scalpore in questa operazione, costata 127,5 milioni di euro, è la posizione che viene ad assumere il Gruppo di nuova costituzione e si aggiunge che questo non succede all’estero, dimenticando però di osservare che nei Paesi editorialmente avanzati ci sono altri gruppi concorrenti meno deboli rispetto ai leader che guidano il mercato.
Sta di fatto che, con l’acquisizione dell’Area libri di Rcs, adesso entrano nell’orbita Mondadori, non solo tutti i marchi consolidati (Rizzoli, Bur, Bompiani, Fabbri...), numerosi anche in campo scolastico (Etas, La Nuova Italia, Sansoni, Tramontana, Calderini, Edagricole ecc.), ma anche le case editrici attualmente controllate – eccetto Adelphi – oppure le società partecipate, come Mach 2 Libri (29,1%), azienda leader nella grande distribuzione (dove già Mondadori possiede il 30,9%, oltre al 4% di Sperling & Kupfer) o come Edigita (33,3%), importante società della distribuzione digitale.
Questa operazione si inserisce in un contesto dinamico – di cui il 2015 può essere a buon diritto considerato un passaggio fondamentale di svolta – che vede i maggiori gruppi editoriali compiere numerose azioni di sinergia, rafforzamento e ristrutturazione, anche attraverso il controllo o la partecipazione in altre società. Basterebbe ad esempio ricordare l’importanza della joint venture realizzata nel 2014 tra Emmelibri (Gruppo Messaggerie) ed Effe 2005 (Gruppo Feltrinelli) per la costituzione di una holding industriale per la distribuzione libraria (con quote rispettivamente del 70% e del 30%). Messaggerie Libri e Pde – i due più importanti attori del settore – hanno in pratica concentrato i loro sforzi in un’impresa operativa comune, diventando il nuovo polo distributivo di riferimento, con una quota di mercato valutabile tra il 38% e il 40%. Per comprendere queste e numerose altre operazioni di acquisizione o fusione di aziende editoriali o comunque di società attive nel settore librario – che ci sono sempre state, come testimoniano nei vari decenni le case editrici ora di proprietà dei Gruppi –, bisogna contestualizzare i fenomeni e le dinamiche che presiedono oggi alle politiche e alle strategie editoriali.
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Quello che fa scalpore in questa operazione, costata 127,5 milioni di euro, è la posizione che viene ad assumere il Gruppo di nuova costituzione e si aggiunge che questo non succede all’estero, dimenticando però di osservare che nei Paesi editorialmente avanzati ci sono altri gruppi concorrenti meno deboli rispetto ai leader che guidano il mercato.
Sta di fatto che, con l’acquisizione dell’Area libri di Rcs, adesso entrano nell’orbita Mondadori, non solo tutti i marchi consolidati (Rizzoli, Bur, Bompiani, Fabbri...), numerosi anche in campo scolastico (Etas, La Nuova Italia, Sansoni, Tramontana, Calderini, Edagricole ecc.), ma anche le case editrici attualmente controllate – eccetto Adelphi – oppure le società partecipate, come Mach 2 Libri (29,1%), azienda leader nella grande distribuzione (dove già Mondadori possiede il 30,9%, oltre al 4% di Sperling & Kupfer) o come Edigita (33,3%), importante società della distribuzione digitale.
Questa operazione si inserisce in un contesto dinamico – di cui il 2015 può essere a buon diritto considerato un passaggio fondamentale di svolta – che vede i maggiori gruppi editoriali compiere numerose azioni di sinergia, rafforzamento e ristrutturazione, anche attraverso il controllo o la partecipazione in altre società. Basterebbe ad esempio ricordare l’importanza della joint venture realizzata nel 2014 tra Emmelibri (Gruppo Messaggerie) ed Effe 2005 (Gruppo Feltrinelli) per la costituzione di una holding industriale per la distribuzione libraria (con quote rispettivamente del 70% e del 30%). Messaggerie Libri e Pde – i due più importanti attori del settore – hanno in pratica concentrato i loro sforzi in un’impresa operativa comune, diventando il nuovo polo distributivo di riferimento, con una quota di mercato valutabile tra il 38% e il 40%. Per comprendere queste e numerose altre operazioni di acquisizione o fusione di aziende editoriali o comunque di società attive nel settore librario – che ci sono sempre state, come testimoniano nei vari decenni le case editrici ora di proprietà dei Gruppi –, bisogna contestualizzare i fenomeni e le dinamiche che presiedono oggi alle politiche e alle strategie editoriali.
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Giuliano Vigini
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