Ravasi: Breve riflessione sulla natura umana
![]() Breve riflessione sulla natura umana
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autori: | Gianfranco Ravasi |
formato: | Articolo |
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Accade spesso anche a un uomo di Chiesa come me, proteso al dialogo in quell’ideale "Cortile dei Gentili" ove si confrontano credenti e non credenti, di sentirmi interpellato sulla possibilità o meno di avere una piattaforma comune di incontro. Il discorso si sposta, non di rado, sul concetto di "natura" umana intesa in senso metafisico, così da non rassegnarsi alla mera proceduralità sociale, spoglia di implicazioni etiche. Ora, anche chi non ha una grande assuefazione alla filologia intuisce che il vocabolo "natura" sboccia dal verbo latino nascor: è, quindi, legato a quell’evento radicale che è la nascita. Come osserva il filosofo della scienza Jean-Michel Maldamé, "in una nascita ci sono due aspetti: il primo è l’inizio della vita, il secondo è che la nascita manifesta un’identità permanente. La nozione di 'natura' passa, allora, dalla designazione di un momento della vita iscritto nel tempo [la data di nascita, lo stato anagrafico e civile] a ciò che caratterizza il vivente come tale nella sua identità che trascende il tempo".
Ebbene, in questi ultimi tempi attorno a una tale categoria antropologica basilare si è abbattuta una bufera che ne ha scosso le fondamenta: basti solo pensare al "politeismo dei valori" registrato da Weber o al soggettivismo applicato alla nozione di "verità", o anche al puro e semplice pluralismo culturale. La domanda, allora, è questa: è possibile recuperare un concetto condiviso di "natura" antropologica che impedisca di scivolare nelle sabbie mobili del relativismo (so che è sgradito tale termine, ma lo adotto come simbolo di una molteplicità sfaldata e babelica)?
I due fiumi del pensiero occidentale
Nella riflessione occidentale su questa categoria possiamo individuare due grandi fiumi ermeneutici, dotati di tante anse, affluenti e ramificazioni ma ben identificabili nel loro percorso. Il primo ha come sorgente ideale il pensiero aristotelico che per formulare il concetto di natura umana ha attinto alla matrice metafisica dell’essere. La base è, perciò, oggettiva, iscritta nella realtà stessa della persona, e funge da stella polare necessaria per l’etica. Questa concezione dominante per secoli nella filosofi a e nella teologia è icasticamente incisa nel motto della Scolastica medievale Agere sequitur esse, il dover essere nasce dall’essere, l’ontologia precede la deontologia.
Scarica e leggi l'articolo completo.
Gianfranco Ravasi è presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Già prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, è stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010. È autore di numerosi saggi di carattere biblico teologico, fra i quali ricordiamo L’incontro. Ritrovarsi nella preghiera (2013), Le pietre di inciampo del Vangelo. Le parole
scandalose di Gesù (2015).
Ebbene, in questi ultimi tempi attorno a una tale categoria antropologica basilare si è abbattuta una bufera che ne ha scosso le fondamenta: basti solo pensare al "politeismo dei valori" registrato da Weber o al soggettivismo applicato alla nozione di "verità", o anche al puro e semplice pluralismo culturale. La domanda, allora, è questa: è possibile recuperare un concetto condiviso di "natura" antropologica che impedisca di scivolare nelle sabbie mobili del relativismo (so che è sgradito tale termine, ma lo adotto come simbolo di una molteplicità sfaldata e babelica)?
I due fiumi del pensiero occidentale
Nella riflessione occidentale su questa categoria possiamo individuare due grandi fiumi ermeneutici, dotati di tante anse, affluenti e ramificazioni ma ben identificabili nel loro percorso. Il primo ha come sorgente ideale il pensiero aristotelico che per formulare il concetto di natura umana ha attinto alla matrice metafisica dell’essere. La base è, perciò, oggettiva, iscritta nella realtà stessa della persona, e funge da stella polare necessaria per l’etica. Questa concezione dominante per secoli nella filosofi a e nella teologia è icasticamente incisa nel motto della Scolastica medievale Agere sequitur esse, il dover essere nasce dall’essere, l’ontologia precede la deontologia.
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Gianfranco Ravasi è presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Già prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano, è stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010. È autore di numerosi saggi di carattere biblico teologico, fra i quali ricordiamo L’incontro. Ritrovarsi nella preghiera (2013), Le pietre di inciampo del Vangelo. Le parole
scandalose di Gesù (2015).
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