DANTE: IL BOOM

Ormai è tutto un grande fermento e adesso che si va verso il “Dantedì” - come intelligentemente proposto da Paolo Di Stefano – Dante torna prepotentemente alla ribalta. Intendiamoci: Dante è sempre stato, in Italia e all'estero, uno dei grandi fari della nostra cultura, e ogni anno studiosi, società dantesche, università, biblioteche, editori, istituzioni pubbliche, enti e associazioni varie, siti internet, ecc. alimentano la conoscenza e la diffusione dell'opera di Dante con edizioni e studi, esposizioni, rassegne informative e critiche, trasmissioni televisive e radiofoniche, agende (come l'ormai classica “Agenda dantesca” curata da Gianni Rizzoni)...
Da un anno a questa parte, però – in vista del 700° anniversario della morte (1321), per il quale si stanno preparando importanti iniziative –, le pubblicazioni sembrano essersi moltiplicate, e anche solo a considerare le “Vite di Dante” (peraltro già numerose in commercio) o i nuovi commenti alla Divina commedia, si può dire che in Italia si registri un vero e proprio boom. Nel 2018 sono stati infatti pubblicati (o ristampati in nuove edizioni) – a quanto risulta dalla base dati dei libri in commercio – ben 106 saggi su Dante e 15 edizioni di suoi testi. Se poi si dovessero calcolare anche le opere su Dante pubblicate all'estero – escludendo quindi tutta l'area sconfinata dei contributi scientifici in rivista – si arriverebbe a una media di 1 libro al giorno.
Per valutare la portata di questa imponente produzione su Dante, si potrebbe allargare lo sguardo anche ai testi attualmente in circolazione su di lui: ben 1540 saggi e 422 edizioni. Per fortuna, ogni tanto qualcuno si incarica di fare il punto e di offrire delle linee di orientamento bibliografico oppure di predisporre agili guide che offrano una sintesi della sua vita, della sua figura e della sua opera. Altrimenti, per il pubblico interessato, ma meno esperto, sarebbe difficile districarsi in tanta mole di scritti e individuare il libro giusto per le proprie esigenze o i propri interessi.
Anche a fare il confronto con altri grandi scrittori italiani, non c'è partita, perché la differenza tra Dante e gli altri balza subito all'occhio. Prendiamo ad esempio Manzoni o Petrarca: per il primo risultano disponibili 347 saggi e 299 edizioni; per il secondo 331 saggi e 109 edizioni. A conferma che, nei confronti di Dante, c'è una vera e propria mobilitazione generale.
Certamente, la Divina commedia – per fortuna anche per la sua utilizzazione scolastica – è l'opera più pubblicata, analizzata e letta, trattandosi di un capolavoro che non si finisce mai di esplorare e scoprire. E come accade quando si studia (più si studia, più ci si accorge di quanto si è ignoranti), così ci si rende conto anche per la Divina commedia, ogni volta che la si affronta, dei tanti aspetti che non si erano colti, e che gli studiosi rivelano e aiutano ad approfondire. Fa piacere che su Dante continuino così ad accumularsi biblioteche su biblioteche, ad onore della cultura italiana, ma anche della civiltà letteraria del mondo.
Giuliano Vigini
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