IL CRISTO PERFETTO

IL CRISTO PERFETTO

19.10.2019
di Armando Fumagalli

Su molti giornali e riviste in tutto il mondo in questo mese di ottobre si sono infittite le notizie sul prossimo film di Terrence Malick, che il regista americano girerà questo autunno, sulla vita di Gesù. Il titolo provvisorio è The Last Planet e non si sa molto di più, se non alcune notizie sul cast. L’ungherese Geza Rohrig (il protagonista di Il figlio di Saul) dovrebbe interpretare Gesù, mentre Mark Rylance (la spia russa, Premio Oscar per il bellissimo film di Spielberg Il ponte delle spie) pare sia stato scelto per interpretare Satana. Si trovano in rete probabili immagini del film girate ad Anzio e si sa che qualche scena dovrebbe essere girata anche in Puglia, a Ginosa, probabilmente in questo mese di ottobre.

Intanto i fan di Malick sono in ansiosa attesa dell’uscita, in Usa il 13 dicembre e da noi a febbraio (ma è già disponibile il trailer italiano) del film presentato a Cannes pochi mesi fa, e poi di nuovo in questi giorni al Festival di Toronto e in diversi altri festival, A Hidden Life (il titolo italiano sarà Una vita nascosta). In quest’opera, accolta molto bene dalla critica, il regista-filosofo (come è noto nei primi anni della sua carriera professionale ha anche tradotto in inglese un libro di Heidegger) compie un importante passo avanti nel trattare questioni che hanno a che fare con la fede, perché la storia narrata è quella del beato Franz Jaegerstaetter, un giovane austriaco che si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al regime di Hitler e per questo venne imprigionato e poi messo a morte. E’ un film dove Malick torna a un racconto più disteso, e dove fa parlare anche la natura, come aveva fatto in diversi suoi film precedenti, ma senza più quei montaggi sincopati e singhiozzanti che si erano fatti via via più insistenti nei film di questo ultimo decennio, specialmente nel recente Song to Song.

Malick è uno dei pochi registi contemporanei che ha un approccio che potremmo definire veramente “sacramentale” all’immagine: lavora su immagini specifiche e concrete di personaggi, volti, particolari, elementi della natura, paesaggi, ma riuscendo a far risuonare in questa concretezza e nello splendore di una fotografia curatissima, un afflato fortemente spirituale, un rimando all’assoluto. Non è un cinema per tutti i palati, ma certamente The Tree of Life (2011) nella sua filmografia raggiunge un vertice altissimo: è una dolente meditazione sul peccato, la colpa, la misericordia, la redenzione, ispirata al Libro di Giobbe. Alcuni critici hanno parlato di un film “agostiniano” nell’essere una confessione che è anche una preghiera. Malick ha l’audacia di chiudere il film con una struggente e poetica rappresentazione visiva del Paradiso. Come si può immaginare in questi casi il confine fra il sublime e il kitsch è sottilissimo, ma siamo del parere che Malick sia rimasto saldamente nel primo dei due terreni, aiutato anche, in tutto il film, dalla recitazione di tre grandissimi attori: Sean Penn, Brad Pitt e Jessica Chastain.

In To the Wonder (2012), la storia d’amore dei protagonisti si intreccia con le vicende di Padre Quintana, un sacerdote cattolico (interpretato da Javier Bardem), che mentre si dedica al prossimo sente la solitudine personale e soffre il silenzio di Dio. Ma non per questo smette di pregare e in qualche modo si intuisce che alla fine il Signore gli risponde e gli è misteriosamente vicino…

E’ un momento interessante, per i film a contenuto religioso: poche settimane fa, al festival americano di Telluride, ha avuto grande accoglienza The Two Popes, film scritto da Anthony McCarten (La teoria del tutto, L’ora più buia) e diretto da Fernando Meireilles (City of God), che mette in scena un dialogo-confronto fra Papa Benedetto (Anthony Hopkins) e Papa Francesco (Jonathan Pryce). Il film dovrebbe uscire forse anche nelle sale, ma il 20 dicembre sarà comunque su Netflix.
Ma anche Mel Gibson sta scaldando i motori per girare il film dal titolo provvisorio The Resurrection: annunciato già da un paio d’anni, è –a quanto ci risulta da contatti diretti con amici e collaboratori del regista- in fase di revisione della sceneggiatura.

Le voci che si rincorrono su Malick –refrattario alle interviste e alle apparizioni in pubblico- dicono che l’itinerario verso la fede o la sua riscoperta stia procedendo in modo sempre più profondo e convinto. Dopo la visione di Silence di Scorsese, Malick ha scritto al suo collega una lettera con una domanda centrale: “Che cosa vuole Cristo da noi?”.
E c’è una scena, in A Hidden Life, in cui il pittore con cui il protagonista parla, dice che il suo obiettivo è quello di far alzare gli occhi a chi guarda e di “dipingere il Cristo perfetto”. Chissà se attraverso questo personaggio è proprio l’artista Malick che parla e che pensa al film che deve girare…

 

Armando Fumagalli

Armando Fumagalli è ordinario di Teoria dei linguaggi e docente di Semiotica presso l'Università Cattolica di Milano, dove è anche Direttore del Master in International Screenwriting and Production. È inoltre docente di Storia e linguaggi del cinema internazionale.
Ha tenuto più volte lezioni, corsi di dottorato e conferenze in Università e scuole di sceneggiatura di Buenos Aires, Città del Messico, Los Angeles, Madrid, New York, Pamplona, Santiago del Cile. È consulente dal 1999 del gruppo di produzione televisiva Lux vide ed è stato più volte docente in corsi di sceneggiatura promossi da Rai, Mediaset e dalla Scuola Nazionale di Cinema. Ha svolto consulenze su progetti di comunicazione e ricerche per diverse aziende, fra cui Barilla, Endemol, Mediaset-RTI e Rai.

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