FIDUCIA NELLA SCIENZA PER EVITARE LE PROSSIME PANDEMIE

La pandemia sta dimostrando che è giunto il momento di smettere di considerare la sanità pubblica come la risorsa da attivare solo in caso di emergenza e cominciare a migliorare i meccanismi decisionali e di coordinamento solo quando questa si concretizza. Le grandi epidemie del passato, quando non erano disponibili né farmaci né vaccini, si risolvevano in modo drammatico, proporzionato alla virulenza e alla patogenicità dei microbi responsabili: se questi erano particolarmente letali, una elevata percentuale della popolazione soccombeva e i sopravvissuti erano naturalmente immunizzati. La ricerca biomedica e la produzione industriale hanno cambiato queste dinamiche, fornendo strumenti risolutivi sia per prevenire le malattie che per curarle.
Ora è però necessario investire di più nelle misure di prevenzione, cioè nella ricerca finalizzata alla scoperta di nuovi virus, nel costante monitoraggio del possibile passaggio di questi dall’animale all’uomo, nella capacità di produrre rapidamente e in quantità adeguata test diagnostici e dispositivi di protezione individuale, nella capacità di risposta delle organizzazioni sanitarie, nella collaborazione internazionale tra istituzioni sanitarie, nell’informazione e educazione della popolazione, nel miglioramento della comunicazione.
Dobbiamo smettere di ripetere gli stessi errori per uscire dall’attuale pandemia e per farci trovare pronti per la prossima che, prima o poi, sicuramente arriverà.
Per non prolungare questa situazione per anni, è necessario avere un rapporto più equilibrato tra interessi particolari e interesse generale. Per questo è urgente che le istituzioni internazionali, le Nazioni Unite in primis, facciano valere lo stato di necessità per imporre la produzione, presso tutti i Paesi che dispongono di risorse umane e tecnologiche per farlo, delle dosi di vaccino necessarie per realizzare una campagna vaccinale veramente globale e non limitata solo ad alcuni Paesi ricchi. La collaborazione internazionale è indispensabile: in questo senso è importantissima l’inaugurazione a settembre 2021 a Berlino del primo Hub Globale per l’Intelligence Epidemiologica e Pandemica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: è la prima volta nella storia dell’umanità che avremo un unico polo informativo per tutto il pianeta.
Da una crisi si esce sempre cambiati
È probabile che la vita sul nostro pianeta non tornerà alla normalità fino a quando la quasi totalità della popolazione non sarà stata vaccinata e probabilmente neanche allora: forse il COVID-19 rappresenta il punto di svolta definitivo tra un’epoca storica e un’altra e non torneremo mai completamente indietro.
La pandemia ha eroso il senso di autonoma onnipotenza dei governi nazionali, anche delle superpotenze. Ci ha fatto capire l’importanza della scienza e della collaborazione internazionale, della necessità di lavorare insieme in modo trasparente ed efficace.
Nel futuro nessuno potrà più dire che le pandemie sono eventi improbabili e imprevedibili. Ma oltre a prepararsi a prevenirle e a fronteggiarle, sarà necessario ripensare al modo in cui la specie umana vive sul pianeta Terra, a come lo sta depredando e sfruttando, all’arroganza con cui si rapporta con il mondo animale e con quello vegetale, alla stupidità autodistruttiva delle sue scelte.
Una pandemia fa emergere il meglio e il peggio degli uomini. In questa prima del ventunesimo secolo ne abbiamo avuto ampia conferma: medici e infermieri trattati come eroi da alcuni e come terroristi da altri, giornalisti seri e responsabili da una parte e guitti in cerca di audience dall’altra, politici seri e interessati al bene pubblico e altri avventurieri interessati solo al proprio destino politico, scienziati seri e rigorosi a fronte di altri vanesi e approssimativi, persone raziocinanti e responsabili di contro a soggetti stupidi e pericolosi per sé e per gli altri.
Il COVID-19 ha rivelato la sconcertante fragilità del nostro Paese, la nostra vulnerabilità, la nostra incapacità di cooperare, di coordinarci e di lavorare e agire insieme. Siamo stati travolti da un virus che ci ha fatto precipitare nell’incertezza, nella povertà, nella limitazione delle libertà.
La pandemia ci impone di interrogarci se siamo in grado di evitare che questo succeda di nuovo. Dipende da noi, dalla capacità che avremo di indirizzare le risorse che arriveranno dai fondi europei verso la sanità, la ricerca, la formazione, l’innovazione, dalla capacità di premiare il merito.
La fiducia nella scienza e nella medicina è l’unica arma che oggi abbiamo per continuare a garantire all’umanità lo sviluppo e la prosperità conquistate negli ultimi decenni: e come dice il Santo Padre, se da una crisi si esce sempre cambiati, speriamo che questa volta sia in meglio e che questa crisi non venga sprecata.
Walter Ricciardi
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