Res Publica: quante sciocchezze per distoglierci dal vero

Res Publica: quante sciocchezze per distoglierci dal vero

22.10.2022

di Roberto Presilla

Il brillante pezzo di Ciro De Florio (VP Plus 121) sul rapporto tra logica e campagna elettorale riformula un problema vecchio di secoli. Che rapporto tra filosofia e politica? Le vicende del buon Platone invitano a un sano scetticismo circa le capacità dei filosofi di capire o gestire la cosa pubblica, perlomeno quando si tratta di fare politica davvero.

Non a caso l’arte del governo è oggetto di studio precipuo della scienza politica, che sonda i rapporti complessi tra razionalità e passioni, tra immaginazione e intelletto, tra immagini e convinzioni. La logica – come nota De Florio – ci porta rapidamente a scorgere banalità e nonsenso laddove ci si aspetterebbe un minimo di serietà, di razionalità oggettiva, di appello a ciò che può essere verificato e corroborato dai fatti.

Il problema è che la razionalità oggettiva, l’onestà intellettuale, il richiamo alla verità delle informazioni cozzano con la tendenza alle sciocchezze di cui parlava un libretto di Frankfurt, che ebbe una certa fortuna in Italia sedici anni fa. Le sciocchezze (bulls**t nell’originale, da tradurre propriamente con str****te) sono quelle affermazioni che mirano a distrarre l’interlocutore dalla questione della verità di quanto viene affermato. Sono artifici retorici ben precisi: il richiamo a obbiettivi condivisibili (aiutiamo famiglie e imprese) non serve a indicare quel che si vuol fare (non viene detto come si vuole aiutare) ma a stabilire un rapporto di autenticità e vicinanza all’elettore. È una comunicazione calda, che punta a presentarsi come una testimonianza autentica di impegno.

Il motto di chi semina sciocchezze è il perennemente ripetuto “ci metto la faccia”: non importa se quel che dico è vero, ma io mi impegno in prima persona. Una frase più adatta a un imbonitore da fiera che a un politico d’antan: è difficile immaginare i leader del passato ripetere stancamente questa formula ormai ritrita.

Che cosa spiega quell’indebolimento della razionalità che porta ai paradossi del discorso elettorale? Non è certo il compito di queste poche righe: per quello ci sono, come già detto, gli scienziati politici. Si può però accennare a un fatto curioso: l’epoca in cui viviamo sembra aver depotenziato quel legame tra testimonianza e verità, che ha costituito un asse della nostra civiltà per millenni. Il testimone, il martire, è colui che è disposto a dare la vita per qualcosa: l’autenticità della sua dedizione è commisurata alla verità delle sue parole. Se però si dimentica il richiamo alla verità – e a tutto quel che logicamente le è collegato, compresi autoreferenzialità e paradossi – si fa leva solo sull’autenticità. Il testimone si trasforma così in qualcuno che, a parole, si gioca tutto su qualcosa di momentaneo. Proprio come il venditore che, al mercato, grida le benefiche virtù del suo prodotto, sicuro che nessuno si metterà a misurarne l’efficacia o la qualità.

Il ridicolo accompagna questi venditori. Spesso accade anche ai politici che si comportano in quel modo. Tuttavia, mentre non mancano le possibilità di verificare se quel che dicono è vero (ci sono siti dedicati al fact-checking), chi vi si dedica è già un compratore/elettore accorto. Ce ne sono molti altri per i quali la vendita va bene così com’è, perché sono coinvolti dall’onda emotiva di chi parla. Non c’è logica che tenga: it’s politics, baby.

Roberto Presilla

Roberto Presilla è docente di Filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Gregoriana ed è direttore del Forum delle Associazioni Familiari. Si occupa di questioni legate al significato e alla formazione della mentalità. Tra le sue pubblicazioni: Significato e conoscenza. Un percorso di filosofia analitica (2012). È membro della redazione della rivista dell'Università Cattolica "Vita e Pensiero".

Guarda tutti gli articoli scritti da Roberto Presilla
 

Array
(
    [acquista_oltre_giacenza] => 1
    [codice_fiscale_obbligatorio] => 1
    [coming_soon] => 0
    [disabilita_inserimento_ordini_backend] => 0
    [fattura_obbligatoria] => 1
    [fuori_servizio] => 0
    [has_login] => 1
    [has_messaggi_ordine] => 1
    [has_registrazione] => 1
    [homepage_genere] => 0
    [insert_partecipanti_corso] => 0
    [is_ordine_modificabile] => 1
    [moderazione_commenti] => 0
    [mostra_commenti_articoli] => 0
    [mostra_commenti_libri] => 0
    [multispedizione] => 0
    [pagamento_disattivo] => 0
    [reminder_carrello] => 0
    [sconto_tipologia_utente] => carrello
)

Ultimo fascicolo

Anno: 2023 - n. 2

Iscriviti a VP Plus+

* campi obbligatori

In evidenza

Ma i libri per bambini richiedono la sovversione
Formato: Articolo | VITA E PENSIERO - 2023 - 1
Anno: 2023
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.
€ 4,00
Nel fuoco e nel sangue la fine di Smirne, la bellissima
Formato: Articolo | VITA E PENSIERO - 2022 - 6
Anno: 2022
Un secolo fa si consumava l’ultimo atto della persecuzione scatenata dai turchi verso le minoranze cristiane dell’impero: armeni, greci e siriaci. Dopo il genocidio armeno del 1915 e la fine della prima guerra mondiale, la città venne messa a ferro e fuoco.
Gratis

Inserire il codice per attivare il servizio.