Sulle difficili condizioni della cultura cattolica
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Nell’anno della scomparsa del grande romanziere, proponiamo un suo testo del 1970, in cui rifletteva con lucidità sul valore culturale della Tv e dei media di massa. E sulla tentazione dei cattolici di “perdersi”, cedendo a un crescente relativismo. Romanziere appartato nella sua Brianza operosa, Eugenio Corti entra nella storia della letteratura italiana con due grandi libri: I più non ritornano e Il cavallo rosso. Il primo, edito da Garzanti nel 1947, è uno spoglio diario di un mese di sacca durante la ritirata di Russia, scritto da un giovane sottotenente; è una cronaca cruda dove gli uomini mostrano gli aspetti più diversi del proprio essere fi no alla brutalità selvaggia. Corti è protagonista e testimone di una micro-storia, la sua con i suoi uomini, ma nello stesso tempo vive la grande storia, il confl itto che stravolge l’Europa. Il cavallo rosso (1983) ha invece il respiro della narrazione epica: è il racconto della disfatta morale dopo la Seconda guerra mondiale, un mutamento narrato attraverso le vicissitudini di una famiglia nel cuore della Brianza. Attorno un’Italia che si incammina verso la modernità e la postmodernità. Molti lo indicano come il grande romanzo cattolico del Novecento. Nell’anno della sua scomparsa – lo scorso 4 febbraio, all’età di 93 anni – «Vita e Pensiero» ricorda Eugenio Corti con la pubblicazione di un testo del 1970, trovato negli ordinati archivi del suo studio.
Articoli che parlano di Sulle difficili condizioni della cultura cattolica:
Corti: Sulle difficili condizioni della cultura cattolica
(L'inedito)
Nell’anno della scomparsa del grande romanziere, proponiamo un suo testo del 1970, in cui rifletteva con lucidità sul valore culturale della Tv e dei media di massa.
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