A sessant’anni dal 25 aprile 1945, la lotta di Liberazione è ancora un simbolo per la nazione? E i revisionismi hanno favorito la “riconciliazione” o piuttosto alimentato le divisioni? Un dibattito quanto mai attuale e, forse, necessario.
Dalle elezioni in Iraq alla rivolta libanese fino alla ripresa del
dialogo israelo-palestinese: arrivano davvero pace e democrazia?
Un processo con molte incognite, da cui è assente l’Europa.
Nel 2010 la carta geopolitica della zona sarà molto diversa.
L’accentuarsi della divisione in politica estera non dipende soltanto
dalle scelte di Bush, ma anche dai profondi mutamenti
sociali in corso in Europa. La crescita dell’islam e la scristianizzazione
costituiscono una sfida nuova per il Vecchio Continente.
Ormai gli africani sono consapevoli che lo sviluppo può nascere
solo da nuove classi dirigenti, senza cedere alla logica degli
aiuti occidentali e trovando una via autonoma nell’economia
globale. Eppure l’Occidente non può abbandonarli.
Un’analisi del fenomeno che colpisce il Mezzogiorno ma non
solo. Gli intrecci politici ed economici, la violenza organizzata,
il ruolo delle donne, il pentitismo, le risposte dello Stato, le
possibilità di riscatto, la ribellione della società civile.
Attraverso una rilettura delle pagine di Aristotele sull’ira e l’istanza
di vendetta, una riflessione sul senso odierno della
pena per porre l’accento su chi ne è colpito. Il diritto di punire
non è che il tormento permanente della filosofia morale.
Gli scandali scoppiati negli ultimi anni in campo economico e
finanziario, dal caso americano della Enron a quelli italiani di
Cirio e Parmalat, ripropongono il problema dei rapporti fra economia
e democrazia. Come riuscire a controllare i poteri forti.
Non bastano il mercato (teoricamente) aperto e le trasformazioni
societarie per ridurre in poco tempo le tariffe e migliorare l’efficienza
dei servizi una volta appannaggio dei grandi monopoli. I
rischi e le opportunità di una rivoluzione che può cambiare l’Italia.
Il paradosso dei “disturbatori” che si fanno servitori di Cristo
e il senso autentico della domanda: «Chi manderò?». A due
mesi dalla scomparsa, un intervento inedito del fondatore di
Comunione e Liberazione, che risale al maggio 1996.
In una società con forte presenza di non credenti e di fedeli
di altre religioni, i cristiani del XXI secolo devono saper testimoniare
un’esistenza umanamente bella, arricchita dalla gioia
dell’amicizia, circondata dall’armonia della creazione.
Quarant’anni fa veniva pronunciata la dichiarazione conciliare
«Nostra Aetate». Da allora molti passi significativi si sono
realizzati nel dialogo fra le due religioni, sia a livello storico
sia teologico. Ma alcune precauzioni s’impongono.
Già nel I secolo è databile una missione, probabilmente nel
Malabar. Dall’incontro con la comunità induista, si sarebbero
sviluppate alcune varianti del mito sulla nascita di Krshna. Le
tracce in diverse fonti testimoniano una presenza antica.
L’ultimo allarme arriva dagli Usa: il Consiglio di bioetica teme le conseguenze della possibile diffusione di pillole in grado di sfumare la memoria di sciagure e delitti. Ma, in Europa, di fronte alle prospettive delle neuroscienze, il dibattito non decolla.
Sono un buon affare per il sistema Italia e devono superare
severi esami per entrare in commercio. Il business della cosmesi,
non è futile come potrebbe sembrare. Non basta che le
creme siano innocue: devono fare bene.
Dalle sperimentazioni con Guglielmi alla passione per la Torino
granata (e per quel calcio senza la dittatura dei diritti). In pillole,
i pensieri di un autore televisivo che si vanta di coniugare,
con gusto, l’alto e il basso, l’ironia e la cultura.
Le politiche del neoliberismo hanno fallito, aggravando le disuguaglianze senza far crescere il benessere. Partivano da un falso concetto di libertà rinnegando i valori dell’Illuminismo. L’alternativa del “capitalismo progressivo” fra Stato, mercato e società civile.
Il dibattito promosso dalla rivista sulla cultura nel nostro Paese si conclude con alcune voci del mondo cattolico. In una fase di crisi evidente, esplosa durante la pandemia, come la Chiesa può continuare a parlare al Paese? E attraverso quale cultura?
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.