Il consenso generalizzato per la sua elezione riafferma la fede
nella democrazia Usa. Fra crisi economica e nuovo multilateralismo,
si tratta di vedere se potrà essere il Traiano dell’impero
americano. O un Reagan in versione liberal.
Per lungo tempo la sociologia tradizionale ha ritenuto inevitabile
il processo di allontanamento dal sacro. Gli ultimi decenni
hanno mostrato il contrario. Ma occorre riscoprire la ragione
per evitare la degenerazione della fede in fanatismo.
L’azione più decisiva e più umana nel Vecchio Continente è da
sempre rappresentata dalla “conversione”, in cui si intrecciano
la ricerca della verità e la libertà. Ma oggi questo legame sembra
essere a rischio. E, con esso, la nostra identità.
La dottrina sociale cattolica spesso anticipa temi cruciali: ecco
come alcune encicliche già affrontarono la questione di rischi
e limiti del potere economico e finanziario, ponendo in evidenza
la centralità concreta e imprescindibile del lavoro umano.
Sul banco degli imputati sono le banche e i banchieri. Ma non
vanno dimenticati gli economisti e gli esperti, che non hanno
saputo prevedere una crisi così vasta. Intanto, anche stavolta,
in Italia nessuno ha voglia di uscire di scena.
Crisi della quarta settimana, ma non solo: la povertà ha a che
fare con il lavoro, la salute, il cibo, le relazioni familiari, la solitudine,
i pregiudizi etnoculturali. Per vincerla servono interventi
coordinati di istituzioni e società civile.
Cresce il dibattito sulle proposte “federaliste” per la distribuzione
delle risorse, mentre si chiedono uguali servizi per tutti i
cittadini. L’attuale progetto, condivisibile nelle linee generali,
deve sciogliere il problema del reperimento dei fondi.
Crescono beni e servizi di “utilità sociale”: un ruolo-chiave è
giocato dalle fondazioni di erogazione. Un confronto con gli
Usa dimostra che sbagliano gli economisti che propongono la
loro chiusura.
La civiltà di massa ha ormai cancellato ogni possibilità di cultura popolare? Fra cinema, tv e pubblicità, ha ancora senso un’idea di trasmissione della conoscenza che non sia solo consumo e che sia rivolta a tutti? Rispondono tre esperti.
Il cristianesimo, pur attribuendo il giusto rilievo alla dimensione
interiore, implica anche una visibilità pubblica, che si deve
tradurre nel dialogo aperto alle realtà “profane”. Soprattutto
nel campo della cultura, segnata dalla tradizione cristiana.
Due grandi «imprenditori culturali» per due atenei “liberi” pur nel difficile contesto del ventennio fascista. Nonostante i contrasti, il ministro filosofo e vicepresidente della Bocconi ammirava il Rettore della Cattolica per la sua autonomia dal regime.
La scienza è nata dalla religione, eppure c’è chi continua a vedere
ovunque guerre e conflitti. Dalla Genesi a Galileo e Newton,
fino alla possibilità degli extraterrestri: interviene un gesuita
che studia i pianeti ed è astronomo del Papa.
Nonostante l’apparente astrattezza, questa disciplina informa
di sé la conoscenza del vero e aiuta a formulare giudizi corretti
nella scienza, nel diritto, nella vita di tutti i giorni. Per un
sapere organizzato e affidabile, libero dalle spire della retorica.
Possiamo effettuare giudizi in modo istantaneo, oppure meditare
a lungo prima di giungere a una presa di posizione. Sembrano
due stili decisionali diversi: perché e quando li usiamo?
Quali sistemi neurali stanno dietro a questi stili?
“Tv people” e “technofan”, “tradizionalisti” ed “eclettici”: sembrano
esistere diverse “tribù”, in rapporto ai new media e alle
nuove tecnologie. Diffuso, tuttavia, il riscontro di un’allarmante
povertà culturale, relazionale e valoriale.
Il valore della vittoria, ma anche quello del sacrificio. I principi
del campione olimpionico di tiro a volo, che senza esitazioni
vive la propria fede come radice della testimonianza e dell’impegno
a vantaggio dei più giovani e dei più bisognosi.
La guerra in Georgia ha riacceso vecchie paure. Europa e Usa
seguono con sospetto le pretese del Cremlino sul Caucaso; Mosca
vede con insofferenza le ipotesi di allargamento a Est di
Nato e Ue. Si sta per aprire una nuova stagione conflittuale?
Le politiche del neoliberismo hanno fallito, aggravando le disuguaglianze senza far crescere il benessere. Partivano da un falso concetto di libertà rinnegando i valori dell’Illuminismo. L’alternativa del “capitalismo progressivo” fra Stato, mercato e società civile.
Il dibattito promosso dalla rivista sulla cultura nel nostro Paese si conclude con alcune voci del mondo cattolico. In una fase di crisi evidente, esplosa durante la pandemia, come la Chiesa può continuare a parlare al Paese? E attraverso quale cultura?
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.