In vista dell’Evento internazionale promosso dal Comitato per il
Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana (a Roma,
il prossimo 10-12 dicembre), una riflessione sulle implicazioni
del cruciale rapporto fra Dio e la società contemporanea.
La caduta del Muro di Berlino è una delle molte prove a cui è
stato sottoposto il sogno dell’Europa unita. Siamo capaci di
realizzarlo oggi, fra scetticismo politico e incerti scenari internazionali,
forti della nostra storia e della nostra cultura?
La contestazione delle elezioni iraniane ha mostrato al mondo
l’esistenza di una robusta “società civile islamica”. Ma è un fenomeno
legato all’eccezionalità dell’Iran. E il rafforzamento del
“dissenso” nell’intero Medio Oriente appare poco probabile.
Nel discorso tenuto al Cairo nel giugno scorso la denuncia degli
stereotipi occidentali che portano a emarginare la Mezzaluna, ma
anche l’invito a respingere ogni tentazione di fondamentalismo e
violenza. Una visione che richiama quella di Nicola Cusano.
Un’analisi del continente sudamericano, che presenta grandi
differenze geografiche, demografiche ma anche economiche e
sociali. Al suo interno, democrazie sovente legate a leader controversi.
Restano cruciali i rapporti con gli Stati Uniti.
Crescono i giovani che nel nostro Paese decidono di dedicare
tempo ed energie al volontariato. Un fenomeno che si rivela risorsa
per il dialogo fra le generazioni, se non cede alle tentazioni
dell’individualismo e dell’autoreferenzialità.
La Caritas in veritate ha lanciato una sfida fondamentale nell’ambito
delle scienze sociali. Gli “indicatori di performance”
non bastano; nel segno della relazionalità, va riaffermato come
prioritario l’autentico e integrale benessere delle persone.
Alle origini di un fenomeno considerato proprio della modernità:
in realtà le condizioni che l’hanno resa possibile sono state
poste in età medievale. E fu la Chiesa a “laicizzare” il potere
politico. Una lettura controcorrente che demolisce molti clichés.
Sulla laicità oggi molto si discute, ma forse con insufficiente
consapevolezza delle categorie in gioco. Ne esiste una via moderna
ed europea? La religione è affare privato? Ecco cosa insegna
la storia di concetti quali laïcité e religious freedom.
La vera rivoluzione cambia il senso delle parole, come insegna
la storia del marxismo teorico e realizzato. Uno scenario da
Grande Fratello che si ripropone nell’ideologia del “gender” e
nel filone del “sessismo linguistico” in voga in Spagna.
La letteratura si sta spegnendo? L’incapacità di rischiare rende gli autori contemporanei prigionieri del minimalismo. Le conseguenze del nichilismo di massa in un De profundis che trova in Camus il suo più consapevole profeta.
È giusto che la scuola privilegi i testi in versione elettronica a scapito del volume stampato? Senza rinunciare ai progressi della tecnologia, è bene valutare l’insostituibile ruolo della lettura su carta e il prezioso rapporto con la scrittura.
L’avventura verso lo spazio e la ricerca delle origini dell’uomo
non sono state nel Novecento ben colte dai poeti, così com’era
stato nel Cinque-Seicento per la grande esplorazione geografica
e per il viaggio galileiano verso il cielo. Una rilettura.
Diverse “famiglie” di studiosi indagano il mistero della vita: la
biologia, con le sue spettacolari conquiste, potrebbe essere nel
XXI secolo il punto focale di fondamentali interessi scientifici
e protagonista di sviluppi carichi di aspettative.
Tra l’uomo e gli animali c’è separazione, ma anche continuità, e
va recuperata nei loro confronti una pietà non idolatrica, poiché
fanno parte di quella realtà che chiamiamo “creato” o, laicamente,
la natura. Evitando alcuni eccessi dell’“animalismo”.
Il semplice fatto di nascere implica che si abbia bisogno d’educazione.
Ma ciò a sua volta cosa comporta? Una questione che
merita di essere approfondita, valorizzando il ruolo della cultura
e delle scienze, verso una nuova progettualità educativa.
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.
Un secolo fa si consumava l’ultimo atto della persecuzione scatenata dai turchi verso le minoranze cristiane dell’impero: armeni, greci e siriaci. Dopo il genocidio armeno del 1915 e la fine della prima guerra mondiale, la città venne messa a ferro e fuoco.