Nell’autunno si riunirà a Pechino il XVIII Congresso del Partito
comunista. Ci si aspetta un forte rinnovamento: Hu Jintao e altri
protagonisti della Rivoluzione culturale cederanno spazio alle
nuove leve? Quali politiche e modelli di sviluppo prevarranno?
Fra conflitti e sfruttamenti, il Continente Nero rischia di essere travolto dall’economia globale. I retaggi di antiche tradizioni culturali si scontrano con le mire di nazioni in sviluppo, Cina per prima. Va rilanciata la logica dei beni comuni.
La pretesa neutralità dei diffusi laicismi, la diffidenza verso tutte
le istituzioni che travolge le religioni, il fanatismo terrorista che
genera altro fanatismo antireligioso. E figure come Dawkins e
Hitchens che cavalcano le paure del “dopo 11 settembre”.
Nonostante le molte disillusioni e i pessimi modelli che ogni giorno ci assediano, la politica resta fondamentale per la costruzione della vita collettiva. Gli esempi di Cicerone, Burke, Havel provano che si può tentare la via della coerenza e dell’impegno.
La mobilità intergenerazionale in Italia è assai scarsa e il destino dei più giovani appare segnato. Servono iniziative già in età pre-scolare per dare pari opportunità e favorire l’istruzione di tutti. Combattendo il potere delle dinastie familiari.
Diverse indagini evidenziano che i contratti atipici penalizzano
i giovani, ma non solo. Mentre la riforma in discussione pare
riconoscere che il problema della precarietà sta in quel milione
e oltre di lavoratori con finta partita Iva o finto co.co.co.
L’orrore pare una passione viscerale, continuamente alimentata
dai mass media. Per questo dobbiamo tornare a rieducarci. E
guardare a san Paolo, più che a Voltaire e Rousseau, per superare
la difficoltà contemporanea a riconoscere il male.
La vita dei detenuti e il rapporto con gli agenti, il ruolo della fede, il reinserimento sociale e l’amnistia: i forti limiti del nostro sistema penitenziario e le carenze dello Stato nella testimonianza di un cappellano di lungo corso.
Alcuni studi mostrano che l’indulto del 2006 ha ridotto il numero
di recidivi, mentre si conferma l’effetto criminogeno della
prigione. Ma nuovi strumenti, come il braccialetto elettronico,
vanno sperimentati in un contesto politico scevro da pregiudizi.
Una ricerca spiega quanto sia importante per i reclusi alimentare
la propria inventività. Il tempo e le relazioni personali assumono
valore se indirizzati verso attività produttive più creative.
Favorendo così, pur nella detenzione, condizioni di vita umane.
Dai tempi di Weber e Durkheim, che più o meno lucidamente
s’interrogavano sui fenomeni religiosi, ai più recenti casi di Beck
(la società del rischio), Bauman (la società liquida) e Maffesoli
(la società delle tribù), ecco alcune linee possibili per il futuro.
La passione per il lavoro e per il pubblico, senza cedere alle lusinghe del successo. L’esigenza di condividere esperienze intime e dolorose, come la depressione, per incoraggiare chi ancora ne subisca il male. La fiducia nel futuro e nei nostri giovani.
Nulla a che fare con il kitsch: nel XX secolo non c’è stata altra creazione artistica così netta, comprensibile, capace di parlare al di là dei confini culturali, funzionale in senso liturgico e identificabile in quanto cattolica. Una vera icona d’Occidente.
Se Aristotele avesse parlato cinese o dakota, sarebbe arrivato a
una logica ben diversa da quella su cui si fonda la nostra civiltà.
Perciò dobbiamo ammettere che gli idiomi non sono prigioni
concettuali, bensì riflessi della multiforme cultura umana.
Ogni Sé ha bisogno di un Altro in cui specchiarsi, ma oggi si
manifesta un inedito “meticciato tecnologico”: con-fondiamo noi
stessi con congegni, dispositivi, macchinari. Le interfacce cervellocomputer
sono prodromi di un prossimo mutamento dei corpi.
La dimensione della festa che ci serve non porta in scena quello che facciamo nel tempo, bensì quello che intendiamo fare del tempo. Decifriamone i “segni”, per evitare di festeggiare per puro edonismo o per rassegnato abbandono al nichilismo.
Tra menù e diete, cani e gatti, libri di studio e testi professionali, è un trionfo di manuali per tutte le tasche e per tutti i gusti. Una tradizione che dall’Ottocento, con Sonzogno, Treves e Hoepli, arriva fino agli scaffali delle nostre librerie.
L’amore per i libri, parte indispensabile del proprio paesaggio domestico. La predilezione per una lingua netta e pulita. E soprattutto il profondo rispetto per le parole e i loro significati autentici, da cui dipende la comprensione stessa del mondo.
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.
Un secolo fa si consumava l’ultimo atto della persecuzione scatenata dai turchi verso le minoranze cristiane dell’impero: armeni, greci e siriaci. Dopo il genocidio armeno del 1915 e la fine della prima guerra mondiale, la città venne messa a ferro e fuoco.