Oltre il realismo magico, i fermenti di una narrativa breve e diretta; un’economia che progredisce, ma ancora non porta uguaglianza; l’inedita elezione di un papa latinoamericano. La “periferia del mondo” può assurgere a modello della ripartenza planetaria?
Tunisia, Libia, Egitto, Turchia, Siria… L’amministrazione Obama e le cancellerie occidentali, loro malgrado, sembrano constatare che l’islamismo politico, pur se “moderato”, rischia di alimentare una cultura distorta, di cui si nutre il jihadismo.
Pur mettendo da parte previsioni azzardate, ci si deve chiedere
se esiste oggi in quei territori uno spazio per il pluralismo
culturale e religioso dopo le “primavere arabe”. O se si corre il
pericolo che si vada sempre più verso un “inverno islamista”.
Nella costruzione dell’identità di Israele, dell’Israele biblico,
l’erranza e l’esilio svolgono un ruolo centrale. Ma che cosa significa
per noi oggi fare memoria di essere stati stranieri? Non
dimentichiamo, infatti, che siamo tutti ex barbari.
Nel corso degli ultimi due decenni, la Svezia ha coniugato un’economia
concorrenziale con un generoso welfare state e robuste
tutele dei lavoratori. Con un mix di ricette liberali e socialdemocratiche
ha così superato la gravissima crisi cominciata nel 2008.
Stipendi da favola anche a fronte di risultati deludenti: come
impedire abusi e rischi? Il sistema dei bonus non va eliminato,
né c’è bisogno di nuove regole. Basta far funzionare bene quelle
che già ci sono, in un’ottica di lungo termine e di trasparenza.
Dalla violenza nella Bibbia alle pagine di intolleranza nella storia
del cristianesimo, fino al possibile dialogo fra credenti e
non credenti. Su questo e altro, nel 2009, si confrontarono
senza riserve lo scrittore “ateo incallito” e il poeta teologo.
L’Università Cattolica è nata e si è affermata in anni turbolenti
grazie a donne e uomini coraggiosi, guidati dal rettore francescano.
E si è ritagliata un ruolo di primo piano nella storia più recente
del Paese. Una serie di saggi scientifici ne ha ricostruito la vicenda.
Nutrirsi di meno, ma meglio e di tutto: è questa la “ricetta” che
dovremmo adottare e insegnare ai più giovani. Soprattutto in
un Paese come l’Italia, ricco di ogni prodotto e di grandi tradizioni
culinarie che vanno conosciute e apprezzate.
Un concetto che è apparso ormai quasi cent’anni fa, nel 1917,
e che ha condizionato il pensiero di tutto un secolo. Con alcuni
rischi (mancanza di prospettive unitarie, estetizzazione del
mondo, nichilismo) e alcune sfide da cogliere. Ecco quali.
La domanda di Dostoevskij sulla possibilità della fede cristiana
dell’«uomo civilizzato» è ormai superata dalla crisi dell’umanesimo
ateo. Le grandi utopie sono finite, non riusciamo più a
proiettarci in un tempo lontano. Il ritorno dei volti.
Non s’insegna più ad argomentare e nel dibattito pubblico dominano
turpiloquio, aggressioni verbali, calunnie. Ma oggi la brama
di ottener ragione in modo poco onesto – con trucchi svelati
già da Schopenhauer – ha reso i cittadini stanchi e diffidenti.
Lo studente, l’insegnante, il piccolo commerciante, l’artigiano:
non sembrano previsti nel futuro dell’economia globalizzata.
Nei Paesi del Medio Oriente e in Brasile, in Grecia o in Italia,
si stanno ribellando. Per difendere il loro diritto all’autonomia.
Il destino dopo la morte, l’inferno e il paradiso: che cosa ci
spiega internet, il guru globale, circa questi ancestrali misteri?
Il tema è assai vivo, ma si sviluppa lungo direttrici di senso
quantomeno estrose. La teologia ha molto da dire. E deve dirlo.
Autore di un’opera cattolica sì, ma di qualità particolare, lo
scrittore esercita il suo gusto filologico nel ricostruire un passato
mitologico da frammenti linguistici e narrativi. Lontano
dai modelli disneyani e più vicino ai Grimm.
La scrittura contemporanea spesso rispecchia il quotidiano come
una cronaca. Ma la letteratura, diversamente dal giornalismo, deve
interpretare, cogliere la tragedia e la commedia dell’umanità. Anche
attraverso testi minimali, come “spari” che colpiscono i lettori.
Articoli che parlano di VITA E PENSIERO - 2013 - 5:
Nella costruzione dell’identità di Israele, dell’Israele biblico, l’erranza e l’esilio svolgono un ruolo centrale. Ma che cosa significa per noi oggi fare memoria di essere stati stranieri? Non dimentichiamo, infatti, che siamo tutti ex barbari.
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