Il secondo fascicolo di "Vita e Pensiero", il bimestrale dell’Università Cattolica, raccoglie numerosi contributi di intellettuali del mondo culturale italiano e internazionale. Tra questi - insieme agli articoli dei professori dell’Ateneo Alessandro Antonietti, Barbara Colombo, Antonio Ballarin Denti, Enzo Pontarollo, Federico Rajola, Chiara Frigerio e Francesco Tedeschi - un intervento di Edgar Morin, fra i più noti pensatori contemporanei, dal titolo: "L’età planetaria e la crisi dell’intelligenza". Inoltre: una riflessione sull’ambiente di Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico, un confronto, a ridosso delle elezioni europee, fra gli studiosi Alessandro Campi, Roberto Cartocci e Paolo Pombeni sul dilagare del populismo in Europa, un commento del romanziere e professore di lingue all’Università Iulm Tim Parks sull’internazionalizzazione della letteratura, un articolo di Alberto Oliverio, emerito di Psicobiologia all’Università "La Sapienza" di Roma, sui nativi digitali, alcune considerazioni della storica Lucetta Scaraffia sul ruolo delle donne nella Chiesa. La sezione Reprint, invece, ripropone un testo di François Mauriac, comparso nel giugno 1957, e del cardinale Karol Wojtyła, pubblicato nel 1978 (numero unico 4-6, luglio-dicembre), che nell’ottobre di quel medesimo anno venne eletto papa, con il nome di Giovanni Paolo II.
Originariamente comparso su «Vita e Pensiero», nel fascicolo di giugno 1957, riproponiamo qui un testo dello scrittore e giornalista francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1952.
Se oggi in Europa viviamo una sorta di “grado zero” della teoria politica, dipende forse dal fatto che ci troviamo all’interno di un sistema di pensiero dove si continuano a vedere le cose separate, a compartimenti. O ridotte solo all’economia.
Stiamo assistendo all’affermarsi di un’America sempre più estranea per i cattolici? Alcuni fatti recenti sembrano confermare il rischio di una messa in sordina della libertà religiosa, proprio nel Paese che ne è stato storicamente il grande paladino.
Si impone una risposta spirituale al sovrasfruttamento delle risorse naturali, al consumismo, allo spreco, all’inquinamento. Se la Chiesa trascura di pregare per l’ambiente naturale è come se rifiutasse di dare da bere e da mangiare a un’umanità sofferente.
Il cambiamento climatico è un fatto. Va contenuto e mitigato, aiutando solidalmente soprattutto i Paesi in via di sviluppo più vulnerabili. Per creare migliori condizioni di adattamento, prevenendo disastri ambientali e, con essi, migrazioni disperate.
Mentre il dialogo fra israeliani e palestinesi langue, un’inattesa frattura si produce fra Hamas e Al-Fatah. Il nuovo sussidiario di storia ed educazione civica diffuso nella Striscia inneggia al terrorismo. Le ripercussioni nelle scuole cristiane.
Nel Continente i consensi delle formazioni “neo-populiste” ed “euro-scettiche” sembrano in travolgente ascesa. E torna a farsi sentire in modo prepotente il richiamo delle “vecchie” patrie. Siamo di fronte a un revival nazionalista? Si tratta solo di protesta?
In tutto il mondo c’è stato un drastico ridimensionamento del Pil industriale, mentre la produzione si sposta da beni “tangibili” a sempre più “intangibili”, come il software nell’informatica. Ue e Usa stanno elaborando strategie. E l’Italia? Si difende.
Dalla war on cash alla cashless society : un mondo in cui ogni transazione avverrà senza contanti sarà più efficiente, con vantaggi e risparmi per i consumatori e mercati più trasparenti. Ma la strada della sicurezza è ancora lunga, soprattutto in Italia.
Giovanni Paolo II sostenne come il “genio femminile” sia fondamentale per la vita ecclesiale. E papa Francesco lo sta ribadendo oggi. Nei fatti, però, la Chiesa sembra far non poca fatica a valorizzare davvero le donne come una ricchezza a cui attingere.
Grazie agli esiti dell’indagine sul Dna con il progetto Human Genome sappiamo che poco più di ventimila geni bastano a codificare circa trecentomila diverse proteine: tante quante ce ne occorrono. Ma le implicazioni travalicano la sfera biologica.
È difficile per i governi tutelare l’ambiente o proteggere i propri cittadini senza una cornice ampia di diritti da rispettare. Occorre coniugare le conquiste dell’universalismo con la concretezza della vita e una buona convivenza tra le persone.
Fino a pochi anni fa prevaleva l’idea che il libro fosse rivolto a un pubblico nazionale. Ora tutto è cambiato ed è avvenuta una rapida internazionalizzazione della letteratura. Un processo che invece di darci maggior libertà rafforza gli stereotipi.
Con l’inizio degli anni Novanta si parlò di “fine della storia”. Tra società dello spettacolo, declino della politica e avvento dell’informatica, è mutata la figura dello scrittore: hanno vinto consumo e mercato. E ora siamo nell’epoca in cui tutti scrivono.
La riuscita, nell’immediato e nel tempo, di un museo dipende certamente da un delicato equilibrio fra spazi e cultura. E, tramite le nuove tecnologie, diviene oggetto di un incontro virtuale ma comunitario, luogo d’esperienza e di relazione.
Le nuove tecnologie propongono una distinzione tra immaginario e fantasia che sino a qualche decennio fa non aveva ragion d’essere. Ma, anche se la mente umana si può adattare a situazioni lontane dalla naturalità, i bambini non sono come gli adulti.
Quali motivazioni spingono alcune persone a essere soggetti di progetti di ricerca? Omologazione, talvolta denaro e utilità, ma anche il convincimento di contribuire alla comprensione di una nuova porzione di verità, per il bene delle prossime generazioni.
Il deep web mostra una rete fatta di informazioni “invisibili” e servizi nascosti. Per capirla non è sufficiente parlare della “vita connessa”: abbiamo bisogno invece di una cultura che metta insieme matematica e letteratura, politica e teologia.
Nel 1950 il Brasile ospitante perse incredibilmente il titolo contro l’Uruguay: fu una vera tragedia di popolo. Oggi, dunque, deve riprovarci. Mentre la nostra Nazionale arranca, e il nostro calcio mostra crepe negli stadi, nei vivai e nei bilanci.
Il nome del presidente dell’Eni è tornato alla ribalta come uno degli artefici del boom italiano. Ma per capire la sua figura occorre una prospettiva più ampia, ideata e condivisa da intellettuali cattolici. La partecipazione alla esistenza contro il nazifascismo.