Davanti a terrorismo e immigrazione, le nostre società sono dominate dalla paura, ma bisogna stare attenti a non fare di ogni erba un fascio. È quanto suggerisce Charles Taylor nella sua interessante riflessione su Occidente e islam, raccolta nel numero 3/2016 di "Vita e Pensiero". Secondo il filosofo canadese l’incontro fra le due realtà è possibile solo evitando visioni “ipersemplificate”, una tendenza tipica delle nostre società. In linea con il contributo di Taylor l’intervento di Luciano Manicardi. Il biblista e monaco di Bose propone uno sguardo teologico su quella che alcuni studiosi hanno definito «l’era della migrazione». Così, attraverso l’analisi di varie pagine e testimonianze, ci restituisce un elemento costitutivo del patrimonio antropologico dell’accoglienza, da sempre cardine della cultura indoeuropea. Da non perdere tra i vari approfondimenti, quelli di Fabrice Hadjadj e la sua singolareinterpretazione della nozione di “crescita illimitata”; di Dario Antiseri, che critica l’idea di un mondo secolarizzato e di Lucetta Scaraffia, che affronta la spinosa questione dell’utero in affitto. C’è spazio anche per lo sport e la letteratura. In occasione delle Olimpiadi 2016 tre intellettuali - Francesco Bonini, Mario Lusek,Ermanno Paccagnini - offrono una mappa multiforme dei Giochi di Rio de Janeiro. Mentre Catherine Dunne si racconta, spiegando ai lettori come ogni suo testo sia sempre il risultato di un percorso che si identifica con quell’essere alla ricerca di una nuova vita e lungo il quale lo scrittore si interroga, elabora, cancella, ridefinisce.
Il documento postsinodale è una forte sollecitazione pastorale che richiede un profondo ripensamento della prassi in atto, con un’attenzione particolare alle situazioni di crisi e difficoltà, comprese quelle irregolari da integrare e mai da emarginare.
Davanti a terrorismo e immigrazione, le nostre società sono dominate dalla paura, ma bisogna stare attenti a non fare di ogni erba un fascio. Ed evitare visioni ipersemplificate del ruolo della sfera religiosa nel mondo della postmodernità.
La nozione di “crescita illimitata” è contraddittoria. Non si tratta di crescere senza limiti: sarebbe come sprofondare sempre di più nell’immaturità. Si tratta di dare dei frutti. In fondo, la crescita illimitata è perdita della trascendenza, un’eresia del cristianesimo.
Non si è affatto esaurita l’eredità dei sette trappisti rapiti e uccisi in Algeria dai terroristi islamici. Grazie alla presenza di un missionario e di un laico, il monastero continua a rappresentare una Chiesa per un popolo musulmano. E i frutti del dialogo si vedono.
Grazie allo sfruttamento delle risorse che ne fanno il sesto esportatore mondiale di petrolio, il Paese sta vivendo tra mille contraddizioni sociali un vero boom economico. La questione della sicurezza minacciata da Boko Haram.
Uno sguardo biblico e teologico su quella che alcuni studiosi hanno definito «l’era della migrazione». Varie pagine e testimonianze ci restituiscono un elemento costitutivo del patrimonio antropologico dell’accoglienza, tra i cardini della cultura indoeuropea.
Un’idea che nasce dalla volontà di superare gli approcci attraverso cui, nel tempo, si è regolata la convivenza tra persone e gruppi di diversa matrice culturale. Né l’assimilazionismo né il multiculturalismo hanno portato all’annullamento dei conflitti.
Un fenomeno esploso negli ultimi tempi: molti arrivano da soli per raggiungere parenti che già si trovano in Europa. I richiedenti asilo nella Ue a fine 2015 erano quasi 90mila. Ma parecchi fanno perdere le tracce e diventano irreperibili. Un’autentica emergenza.
Un settore che in Europa cresce sul fronte del valore ma cala se si guarda il volume di merci trasportate, e in Italia raggruppa un milione di occupati. Come dimostra il caso Amazon, emerge l’immagine di un lavoro che, pur cambiando, rimane esperienza faticosa.
Dalla Scandinavia agli Usa passando per la Germania non sono poche le esperienze di collaborazione tra sindacati e aziende. Globalizzazione e crisi spingono a ripensare i rispettivi comportamenti, trovando forme di cooperazione una volta magari impensabili.
Le nuove regole della Legge di stabilità introducono la possibilità di servizi per i lavoratori dipendenti: dalla prima infanzia alla non autosufficienza degli anziani. Una realtà con ampie prospettive di sviluppo soprattutto nella contrattazione in azienda.
Dai casi recenti del Cio e della Fifa al paradosso del Brasile fino alle più belle pagine di letteratura, senza dimenticare il ruolo della fede che anima e spinge molti atleti. Una mappa multiforme in vista dei Giochi di Rio de Janeiro.
La Grecia ha passato all’Europa l’idea di razionalità come discussione critica, ma l’idea di trascendenza le è arrivata grazie alla cultura ebraico-cristiana. L’uomo rimane un essere religioso nonostante tutte le affermazioni della morte di Dio.
Sulla questione dell’utero in affitto si è aperta in Europa, specialmente in Francia, una discussione che pare accettare questa opzione come scelta di libertà, se non addirittura come pratica caritativa. Ma in realtà si crea una nuova forma di schiavitù del corpo femminile.
La scoperta di un’onda associata al campo gravitazionale, in accordo con la teoria della relatività, di cui si è appena festeggiato il centenario, fornisce a fisici e astronomi un nuovo paio di occhiali. Ma non si sa dove possa portare.
Kasparov nell’85 batté da solo 32 programmi contemporaneamente, ora i campioni riescono a vincere sulla macchina solo in team. Storia di una sfida che continua ad appassionare attorno a quella che Goethe definì «la pietra di paragone dell’intelletto».
Dal computer da polso che monitora il nostro stato fisico alle “cabine della salute” delle stazioni ferroviarie olandesi: la scienza punta a svelarci la nostra “data di scadenza”. Una possibilità che racchiude molti interrogativi antropologici, etici e politici.
Dalla stagione di Rebora, Turoldo, Luzi, Raboni, Fabiani e Loi all’impasse attuale che tocca tutta la poesia. Ecco alcuni appunti per un possibile Manifesto in quella che è stata definita l’era del realismo terminale: perché non è affatto detto che «la bellezza ci salverà».
Ogni testo è sempre il risultato di un “processo” che si fonda sul motivo del displacement o estraniamento. Un percorso che si identifica con quell’essere alla ricerca di una nuova vita e lungo il quale lo scrittore si interroga, elabora, cancella, ridefinisce.
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.
Un secolo fa si consumava l’ultimo atto della persecuzione scatenata dai turchi verso le minoranze cristiane dell’impero: armeni, greci e siriaci. Dopo il genocidio armeno del 1915 e la fine della prima guerra mondiale, la città venne messa a ferro e fuoco.