Si apre con un importante inedito di RomanoGuardini sul pensiero di Martin Heidegger il nuovo numero di “Vita e Pensiero”, in libreria da giovedì 19 settembre, e con un’analisi di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, principale biografa del pensatore italo-tedesco, che ricostruisce il loro rapporto. Essi si conobbero da studenti e si videro e scrissero più volte. Nonostante la frattura sul nazismo, Guardini dopo la guerra difese Heidegger e rifiutò di prenderne il posto a Friburgo, chiamandolo poi a Monaco. Due pensatori affini e allo stesso tempo distanti. Fra gli altri articoli del nuovo numero, il contributo di Rémi Brague “Dio è un gentleman”, l’intervento del politologo AdrianPabst sulla democrazia illiberale e il racconto dello scrittore AlessioForgione sulla sua vita di emigrato a Londra.
Torniamo sul caso della docente siciliana e del ministro dell’Interno. A mente fredda, come distinguere torti e ragioni? Un Paese che non insegna il valore della discussione ma il conformismo della militanza, non ha un grande futuro.
I due si conobbero da studenti e si videro e scrissero più volte. Nonostante la frattura sul nazismo, Guardini dopo la guerra difese Heidegger e rifiutò di prenderne il posto a Friburgo, chiamandolo poi a Monaco. Due pensatori affini e allo stesso tempo distanti.
Non basta più parlare di «postdemocrazia». Le minacce alla democrazia liberale sono tre: l’emergere di una nuova oligarchia, la rinascita del populismo e della demagogia, l’insorgere di un’anarchia dovuta all’indebolimento dei legami sociali. Come affrontarle?
Ogni individuo ambisce a essere riconosciuto: se lo Stato non risponde a questa esigenza, egli si rivolge alla comunità. Di qui la nascita di nuovi conflitti: per affrontarli non c’è bisogno di un nuovo Leviatano, ma di una politica della catarsi.
A cent’anni dall’impresa fallita di D’Annunzio, gli storici sono ancora divisi sulla relazione che ebbe con il successivo affermarsi delle spinte nazionaliste e del fascismo. Il nostro Paese non ha ancora fatto del tutto i conti con la storia.
Le forze di Assad hanno ormai il controllo del Paese dopo lunghi anni di conflitto. Ma la nazione è più lacerata di prima ed è difficile ipotizzare una riconciliazione nazionale e una convivenza pacifica fra etnie. Per i cristiani situazione ancora drammatica.
Il fenomeno migratorio è una sfida globale: la parola chiave per i tre monoteismi non può che essere la compassione. La scuola in particolare è chiamata a dare un contributo essenziale, in riferimento all’integrazione, alla cultura, alla coscienza civile.
L’Occidente ha sempre più bisogno di politiche economiche efficaci. Si cerca di stimarne gli effetti e di mostrarne l’impatto sulle disuguaglianze. Ma il rischio è di crogiolarsi con la “valutazione dell’impatto sociale”, perseguendo obiettivi irraggiungibili.
Nel prossimo decennio al Nord resisteranno le superiori, ma i livelli inferiori e il Sud globalmente avranno una perdita di studenti del 20%. Come rispondere a questo calo? Con il potenziamento della qualità della formazione a partire dalla prima infanzia.
È la più grande azienda italiana, ma resta al di fuori dell’agenda politica. E c’è chi vuole ridurne il ruolo alla formazione delle competenze. Un’analisi, e alcune proposte concrete, per rilanciare la questione fondamentale dell’educazione dei giovani.
Preside-manager? Preside-sceriffo? Sulla figura del dirigente scolastico si concentrano molte aspettative per il rinnovamento della scuola italiana. L’autonomia scolastica è lo strumento per raggiungere questo risultato, ma il processo non è ancora compiuto.
Il pensiero del Novecento ha scommesso soprattutto sulla morte piuttosto che sull’alba e sulla nascita, da Heidegger a Scheler, Jankélévitch, Jaspers, Marcel. Alcuni studi recenti sembrano invertire la tendenza, sulla scia di Arendt e Zambrano.
Che è successo all’idea cristiana di una vita eterna per l’anima e per il corpo? E quando abbiamo sentito l’ultima predica sull’aldilà? Da san Paolo a Freud, una puntualizzazione su un tema centrale per il cristianesimo, come ricorda papa Francesco.
Il famoso argomento di Pascal ha sempre suscitato posizioni contrastanti. Voltaire ne fu ossessionato ma l’accusò di indegnità morale, come poi Gramsci e Jonas. Dimenticando che era rivolto non ai credenti e nemmeno agli atei, ma coloro che si trovavano nel dubbio.
I Dieci Comandamenti sono stati dati a un popolo libero da un Dio libero, da un Dio-gentiluomo. Un’idea di libertà fatta propria dal cristianesimo che si riverbera in una nuova concezione della politica, declinata nel principio di sussidiarietà.
Il Vangelo esalta i poveri ma non esorta ad abbracciare lo stato di povertà. Come hanno dimostrato nel Medioevo i teologi francescani con le loro teorie sull’usura e sul prestito a interesse, ora fatte proprie da economisti come martya Sen.
Prozio del papa emerito Benedetto XVI, il teologo fu sostenitore di un’etica sociale nella seconda metà dell’Ottocento, dal capitalismo al prestito a interesse al lavoro salariato. La sua analisi si colloca a fianco di quella di Giuseppe Toniolo.
Quando le macchine sono usate in sistemi complessi come l’economia, i trasporti o la salute, esse aumentano, non sostituiscono, le capacità umane. Non pensiamola in termini di uomini versus macchine, ma come un sistema in cui la macchina estende l’intelligenza umana.
A trent’anni ha deciso di abbandonare Napoli e trasferirsi a Londra: lì ha trovato lavoro e ha completato il suo primo romanzo. Qui racconta cosa significa lasciare la propria patria e la propria città, come è capitato a tantissimi giovani italiani.
Le politiche del neoliberismo hanno fallito, aggravando le disuguaglianze senza far crescere il benessere. Partivano da un falso concetto di libertà rinnegando i valori dell’Illuminismo. L’alternativa del “capitalismo progressivo” fra Stato, mercato e società civile.
Il dibattito promosso dalla rivista sulla cultura nel nostro Paese si conclude con alcune voci del mondo cattolico. In una fase di crisi evidente, esplosa durante la pandemia, come la Chiesa può continuare a parlare al Paese? E attraverso quale cultura?
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.