I giovani e la lettura oltre TikTok

Una delle evidenze di questi ultimi anni è la crescita, sia a livello di produzione che di mercato, dei libri per bambini e ragazzi da 0 a 14 anni. Nel 2022 sono stati pubblicati oltre 8.000 titoli e la tendenza dei primi tre mesi di quest’anno (1.937 titoli) fa presupporre che anche per il 2023 resteremo sugli stessi livelli. Anche le vendite 2022, pur in lieve calo rispetto al 2021, si sono mantenute su una quota elevata (con i fumetti, 280 milioni di euro). Come ha riferito alla recente Fiera di Bologna l’Associazione italiana editori, raccogliendo ed elaborando i dati di vari istituti di ricerca, si sono venduti 23,2 milioni di copie (incluso in questa cifra un milione di fumetti e manga), per il 46,1% riguardanti i libri per la prima infanzia (0-5 anni).
Più in generale, si può dire che nella fascia d’età 0-14 anni stanno aumentando i lettori e la loro frequenza di lettura, prevalentemente attraverso libri a stampa, anche se aumenta la percentuale di chi legge sia in modalità fisica che digitale (e-book, app, piattaforme, audiolibri). A questo esito positivo hanno concorso vari fattori: in primo luogo il sostanziale contributo che autori e illustratori hanno dato all’innalzamento della qualità e dell’attrattività dei testi, non a caso molto apprezzati anche all’estero; il rinnovamento e l’impulso dato dai grandi editori come EL, Emme Edizioni e Einaudi Ragazzi (marchi di EL) – con l’inimitabile Gianni Rodari a fare già da solo un intero catalogo –, Mondadori, Salani, Disney Libri, Il Castoro;l’ingresso nel settore di numerosi editori che hanno portato altre idee fresche (L’Ippocampo, Topipittori, Uovonero, Beccogiallo, Orecchio acerbo, Sinnos, Lapis, Tunué, ecc.), senza dimenticare Bao Publishing, con il re della narrativa a fumetti, Zerocalcare; l’intenso ruolo di promozione svolto dall’associazione degli editori, dalle biblioteche scolastiche e dalle librerie e, non ultimo, la maggiore consapevolezza dei genitori a vedere nel libro uno strumento fondamentale di crescita dei loro ragazzi.
Più articolato e sfumato è invece il discorso riguardante i giovani dai 15 anni in su, che non leggono più libri per ragazzi ma spaziano su più fronti delle letture per adulti. Non è vero che, dopo le scuole medie, i giovani smettano di leggere, ma è vero che, con il passaggio da una fascia d’età all’altra, con l’intensificarsi degli impegni, non solo scolastici, e con una diversa percezione del ruolo del libro, le loro letture rallentano, perché cambia il tempo materiale, affettivo e psicologico della loro vita, pur leggendo sempre di più degli adulti. A tutto questo si può aggiungere naturalmente la “dispersione” rappresentata da un uso eccessivo dei social, che si stanno comunque rivelando importanti per autori ed editori, in particolare TikTok, nello “spingere” o addirittura determinare il successo di un libro, come testimoniano tre dei primi dieci titoli delle classifiche attuali, secondo i dati Nielsen.
Il sostegno e la promozione della lettura passano attraverso tante strade, e l’investimento sull’istruzione, sulle scuole e sulle biblioteche è la prima di tali strade. Non c’è bisogno di spiegare il perché. Poi va riservata una specifica attenzione ai giovani e, da questo punto di vista, l’applicazione della 18app ha contribuito negli scorsi anni ad incrementare l’acquisto di libri e la lettura. Ci si consola che il governo non l’abbia abolita, ma peccato che, anziché tenerla accessibile a tutti e senza condizioni, l’abbia ripristinata entro alcuni limiti di reddito (famiglie con ISEE inferiore ai 35 mila euro) e con un secondo bonus (per gli studenti diplomati con il massimo dei voti).
Non bisogna infine dimenticare anche quello che potrebbero fare gli editori riguardo alla qualità dei testi, essendo cioè meno inclini ad ammiccare a scrittori soltanto perché personaggi noti, televisivamente e mediaticamente spendibili, e quindi più favoriti alla corsa al successo di tanti altri autori di libri molto più meritevoli, ma parcheggiati in qualche area periferica, senza che riescano mai a risalire al centro, dove si giocano i destini di un libro. Peccato, dove c’è talento, non consentire l’esperienza della lettura anche di questi libri isolati e invisibili, destinati presto a scomparire quasi prima ancora venire alla luce.
Giuliano Vigini
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