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Davanti al calo di iscrizioni che si verifica da qualche anno in Italia, occorre saper innovare senza mettere in dubbio il valore degli studi classici. Vanno incentivate le sperimentazioni che valorizzano l’area scientifica, matematica in particolare.
Continua >Nel 2016 pubblicavamo questa testimonianza di Robi Damelin sul conflitto tra Israele e Palestina. Mentre infuria una guerra sanguinosa, la sua riflessione torna di drammatica attualità.
Il problema del gender gap riguarda anche l'università, che può rispondere anche con una riflessione sulle tradizioni di ricerca, che non sono di per sé immuni "alle dinamiche di potere che studiano".
"Perfect Days" di W. Wenders è candidato agli Oscar come film giapponese, per la prima volta con un regista non giapponese. Il film propone il quotidiano come "esperienza eccezionale" ma non "esperienza dell'eccezionale".
Sta per uscire la traduzione italiana dell'ultimo romanzo di Paul Lynch, vincitore del Booker Prize, in cui lo scrittore irlandese immagina la fine della democrazia in Irlanda. Un racconto cupo, che ci costringe a riflettere sulla fragilità del nostro mondo.
Forse anche la barzelletta è entrata nell'epoca della riproducibilità tecnica: il meme ripete "con precisione un modello precostituito". Abbiamo raccontato l'ultima barzelletta, l'ultimo Witz?
In questi vent’anni Facebook ha contribuito a cambiare la nostra vita (verso una maggiore attenzione alla performance) ed è cambiato: da social network a luogo complesso, dove trovare (un po’ di) tutto.
Continua >Dopo vent'anni dalla morte, la vita del Pirata rimane una storia di fatica, contraddizioni, cadute. E di incredibili vittorie che vanno dritte al cuore. Il pezzo è un'anticipazione di un ricordo più ampio, che uscirà sulla rivista cartacea.
I rigurgiti fascisti e il crescente antisemitismo sono fenomeni solo in parte collegati. La guerra in Medio Oriente – e quella in Ucraina – chiama in causa la nostra capacità di ricordare l’essenziale per costruire il futuro.
Quasi tutti i tg perdono spettatori; il loro pubblico è sempre più anziano. Ma al vero editore – le forze politiche – interessa solo la spartizione di poltrone e presenze, non il rinnovamento del linguaggio e la fruibilità delle notizie.