Sant'Agostino: un libro al giorno

di Giuliano Vigini
Già anni fa, compiendo più volte uno spoglio su numerose fonti bibliografiche, avevo potuto accertare una produzione di testi e saggi su sant’Agostino in volume non inferiore a 350-400 titoli all’anno (novità, nuove edizioni e ristampe): cifra che equivale a una media di almeno 1 libro al giorno. E siccome l’esperienza insegna che a qualunque controllo bibliografico sfuggono sempre diversi testi (opuscoli a tiratura limitata o a diffusione esclusivamente locale, ma anche edizioni di una certa importanza pubblicate da piccole case editrici poco conosciute), la cifra indicata è da considerare sicuramente approssimata per difetto.
Anche oggi si ha motivo di ritenere che quel dato resti sempre valido e che la fortuna editoriale di Agostino continui inalterata nel mondo, non solo perché la sua teologia e dottrina spirituale sono molto studiate a livello accademico e quindi oggetto poi anche di numerose pubblicazioni, ma anche perché le turbolente vicende della sua vita, la centralità della sua figura in tanti campi e alcuni suoi capolavori – con un ruolo tutto particolare per le Confessioni – rendono Agostino un autore molto vicino alla sensibilità dell’uomo d’oggi.
Quest’anno poi, con un papa come Leone XIV, «figlio di sant’Agostino» – che ad ogni discorso e omelia non manca mai di citare il suo padre spirituale –, già si annunciano biografie, edizioni e saggi. Né è escluso – come già san Giovanni Paolo II con la lettera apostolica Augustinum Hipponensem (1986) o come i tanti scritti di Benedetto XVI, che ha avuto Agostino come il primo dei suoi maestri – che anche Leone XIV abbia in animo, in qualche circostanza, di lasciare qualche documento su tanto maestro, suo e di tutti.
Anche l’Italia, nel novero delle nazioni in cui si pubblicano il maggior numero di testi e saggi (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania), è in buona posizione, per merito di vari editori e istituzioni, tra i quali va almeno ricordata la benemerita Città Nuova di Roma, che fa da capofila agli studi agostiniani e patristici in Italia, e il suo prezioso sito (www.augustinus.it).
Oggi circolano in Italia 259 edizioni di Agostino (di cui 40 riguardano le Confessioni) e 319 saggi in volume, e questo è anche il retaggio di ciò che l’Italia ha rappresentato per lui: soprattutto Milano, dove negli anni 386-387 è avvenuta la conversione e il battesimo da parte di Ambrogio nel Duomo di Milano, e Pavia, dove riposano le sue spoglie nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, dopo esser state riscattate “a gran prezzo” (723) dai Saraceni dal pio re longobardo Liutprando, e trasferite da Cagliari (dov’erano state custodite e venerate per oltre due secoli) a Pavia.
Ma, editorialmente parlando, l’Italia ha anche il vanto, fin dai primordi dell’arte della stampa, di essere stata tra i Paesi che hanno pubblicato per primi due opere fondamentali come La città di Dio – l’opera più ricopiata in tutto il Medioevo occidentale, su cui ha esercitato un enorme influsso – e le Confessioni: a Subiaco, culla della civiltà tipografica italiana, la prima edizione in assoluto della Città di Dio (1467), in 275 esemplari; a Milano, la seconda edizione (dopo l’editio princeps pubblicata a Strasburgo da Johann Mentelin verso il 1470) delle Confessioni (1475), per i tipi di Johannes Bonus.
Giuliano Vigini
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