Le rivolte in corso nel 2011 segnano l’inizio di una possibile convergenza nella domanda politica tra Nord e Sud del Mediterraneo? I rischi per una compiuta pace regionale determinati dalla politica repressiva della Siria e il ruolo-chiave di Israele.
Una visione solidale e umanitaria comporta l’aiuto reciproco nel
mondo globale, per affrontare povertà, conflitti o emergenze
ambientali. Ognuno deve contribuire: individui, Ong, Stati. Ma
va rispettata l’autodeterminazione di singoli e comunità.
Gli autori di oggi paiono ignorarlo, ma una letteratura che voglia
chiamarsi europea deve mantenere viva la ricerca della trascendenza,
nutrendo i legami metafisici dell’uomo e difendendone
la libertà d’esistenza contro le derive della globalizzazione.
La crisi dell’Eurozona ha messo in evidenza quanto mal funzionante
sia l’unione monetaria. Ma le proposte per uscire dalle
difficoltà che ostacolano il processo di integrazione sono numerose.
Pur se talvolta giudicate impopolari. Eccone alcune.
L’economia sociale di mercato viene sempre più evocata come
una possibile soluzione alla crisi in corso. Ma occorre intendersi
su ciò che significa. Un excursus dalle sue origini fino al modello
tedesco, al quale anche il nostro Paese dovrebbe guardare.
La crisi europea, e soprattutto italiana, non è solo economica,
bensì demografica, politica e, per molti aspetti, civile. Raggiunto
il benessere, è come se non si riuscisse più a pensare il futuro.
Ma la vera “benzina” dello sviluppo è di tipo spirituale.
Il candidato più interessante agli occhi di chi si occupa di selezione
del personale? Dispone di un inglese fluente e ha una
pur piccola esperienza di lavoro alle spalle. Ma conta anche l’ateneo
da cui si proviene. Alcuni spunti da una recente ricerca.
Denatalità e invecchiamento della popolazione italiana denotano
trasformazioni radicali che vanno affrontate. La politica
spesso è sorda al riguardo, ma esistono studi su cui discutere.
Fra essi, il nuovo Rapporto-proposta della Chiesa italiana.
La fiducia nel continuo progresso scientifico si associa, fra l’altro,
all’idea che si stia per riuscire a prolungare a piacimento la
vita, nel segno di una negligible senescence. Ma non dimentichiamo
che l’uomo sta dentro, e non sopra, la natura.
L’impatto dell’indigenza e del sottosviluppo sulla salute non risparmia
né i Paesi poveri, né l’Occidente industrializzato: Hiv,
peste e altre patologie tornano a minacciarci. I progressi della
medicina contano, ma insieme a politiche sociali coraggiose.
Il racconto biblico non è un oracolo contro Babilonia, ma impartisce
una lezione universale: non possiamo sognare l’immortalità
o un linguaggio unico per tutta l’umanità. Invece che
all’uniformità, meglio pensare a concordia e armonia.
Quanto più si è padroni degli usi della lingua, tanto meglio ci si inoltra nel mondo degli stili, dei linguaggi, dei saperi critici e scientifici. Alla riscoperta della ricca tradizione dell’insegnamento linguistico nel nostro Paese, dall’Unità a oggi.
L’utilizzo strategico e integrato delle risorse culturali in un particolare
territorio può fare la differenza nel consentire lo sviluppo
economico e identitario soprattutto delle città: pensiamo
a Berlino, Londra, Göteborg, Amsterdam, Rotterdam. E Milano?
Al fondo del bisogno di comunicazione e interdipendenza della
nostra epoca di confusione morale, l’empatia pare una sorta di
nuovo fondamento dell’etica. In cui entrano in gioco le neuroscienze,
i social network e l’educazione alla percezione dell’altro.
Nel 2011 si celebra l’Anno mondiale dedicato a questa scienza
affascinante, ma segnata da forti pregiudizi. Le sue conquiste
hanno migliorato la nostra esistenza: è importante una corretta
informazione in proposito per evitare allarmismi ingiustificati.
Il nesso che lega narrazione e giustizia affrontato immergendosi nella propria storia più intima e personale. Lo scandalo del male e la scrittura come possibile riparazione. Il rapporto fra vittime e rei, fra colpa e pena.
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.
Un secolo fa si consumava l’ultimo atto della persecuzione scatenata dai turchi verso le minoranze cristiane dell’impero: armeni, greci e siriaci. Dopo il genocidio armeno del 1915 e la fine della prima guerra mondiale, la città venne messa a ferro e fuoco.