L’identificazione del cittadino con l’agente economico, produttore
e consumatore, va rimessa in discussione: l’economia, contrariamente
a quanto si ritiene, è sovrastruttura, solo un caso
particolare sorto all’interno della logica (cristiana) del dono.
Il Continente nero è segnato da guerre devastanti e violente, sovente definite “di religione”. La fede però è solo il pretesto di élite prepotenti e ottuse, manipolate dai poteri forti, dai terroristi e dai banditi, in cerca di lucro ed eco mediatica.
La democrazia messicana sta rinnovandosi, l’economia è la tredicesima
nel mondo e buona parte della società civile appare vivace
e creativa. Restano le piaghe della corruzione e dei narcos,
anche per le complicità degli Stati limitrofi, non ultimi gli Usa.
Due insigni economisti a confronto sulle strategie per superare una situazione che in Italia si fa sempre più drammatica. Analisi puntuali e suggerimenti operativi per i decisori politici, a partire da teorie e studi elaborati in Università Cattolica.
Ormai le aziende più ricche del mondo, come Apple, Facebook,
Google o Amazon, si riferiscono all’informazione come risorsa
principale della loro economia. E creano un nuovo modello sociale,
in cui molto conta un hinterland metropolitano più vivibile.
Si può averne paura, l’uomo resta libero di non seguirli, né dare
credito alla loro illimitata apertura trascendente. Ma senza di
loro non c’è esperienza propriamente umana, né fede. Alcune
riflessioni a margine dell’ultimo libro di Camillo Ruini.
Da Heine a Rilke, da Werfel a Zundel, i grandi scrittori del
Novecento hanno affrontato il pensiero della morte e la possibilità
di un altrove. Oltre la pesantezza e l’opacità dell’ordinarietà
dei giorni, si accende una luce al fuoco della sofferenza.
Sulla scia di Baudelaire e Nietzsche, il grande poeta e intellettuale anglo-americano è stato un feroce critico della modernità. Ed era convinto che la cultura fosse un fatto di élite. Una visione non semplicistica dell’arte che fa discutere anche oggi.
La Ricerca è una lunga indagine sullo snobismo. Però lo snobismo non inaridisce del tutto l’amicizia e la carità. Lo scrittore crede nella religione dell’arte, ma qui ci dà la sua versione dell’Ecclesiaste: vanità, tutto è vanità. È la verità della vita.
Il mondo e la nostra comprensione di esso sono radicalmente
cambiati, attraverso Darwin e Freud, Auschwitz e il Sessantotto,
fino alle Torri Gemelle e la crisi economica. La comunità dei credenti,
pur orgogliosamente “inattuale”, deve rinnovarsi e aprirsi.
C’è chi, studiando certi statuti dei Monti di pietà del XV secolo,
ha colto idee che si ritrovano nelle pagine di Amartya Sen.
E di fronte a quelle “banche etiche” francescane è dunque lecito
chiedersi quanto abbiano da imparare i banchieri di oggi…
A vent’anni dalla fine della Prima Repubblica e dall’avvio della “transizione”, risaltano tutti gli abbagli dei riformatori degli anni Novanta. La frammentazione partitica non è eliminata, il quadro politico non è semplificato. Come se ne uscirà?
L’internazionalizzazione dell’istruzione superiore contribuisce a valorizzare
la qualità dell’istruzione stessa e della ricerca scientifica
degli atenei. Senza dimenticare che studenti e docenti
vivono e lavorano in società sempre più multiculturali.
Le dimensioni in gioco sono online e offline, analogico e digitale.
Non mondi esclusivi tra cui scegliere: la realtà è comunque
una. “Digi-nativi” e “digi-immigrati” imparino a sfruttare
la “convergenza” delle due sfere, ricreando le proprie relazioni.
Le storie che raccontiamo (e come le raccontiamo) ci rappresentano: così sono le mostre. Il museo può essere un catalizzatore di positivo cambiamento se viene alimentato con la partecipazione. La sua vitalità trova il suo centro in ognuno di noi.
Il nome del presidente dell’Eni è tornato alla ribalta come uno degli artefici del boom italiano. Ma per capire la sua figura occorre una prospettiva più ampia, ideata e condivisa da intellettuali cattolici. La partecipazione alla esistenza contro il nazifascismo.