Esiste un’eccezionalità dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi? Alcuni scienziati mettono in dubbio questo paradigma. In realtà le sue mani, la sua parola e il suo intelletto lo differenziano sostanzialmente dal mondo animale. È la tesi dello storico e pensatore polacco Krzysztof Pomian, direttore del Museo dell’Europa di Bruxelles, esposta in uno degli articoli di questo numero di “Vita e Pensiero”. Rispetto alle nuove tendenze che vogliono porre sullo stesso piano gli uomini e gli animali, Pomian si dice ancora convinto che occorre continuare a parlare di “eccezione umana”.
Fra gli altri articoli del nuovo fascicolo il dialogo sul tema “Se la letteratura dà spazio all’invisibile”. I critici letterari Franco Marcoaldi e Carlo Ossola individuano la possibilità di una resistenza spirituale grazie al valore della parola contro la barbarie che affligge la nostra epoca. Da Erasmo a Italo Calvino, da Brodskij alla Ortese, un confronto a tutto campo tra per ridare valore al linguaggio, anche quello politico. Lo scrittore Eraldo Affinati ripercorre poi la lezione di don Lorenzo Milani per ribadire l’importanza della manualità nell’insegnamento scolastico, mentre il critico Alfonso Berardinelli punta il dito sulla crisi dell’umanesimo a causa dell’invadenza delle nuove tecnologia: l’umanesimo laico è ancora più in difficoltà oggi di quello cristiano.
Il teologo di fiducia del Papa Víctor Manuel Fernández si occupa del confronto con Dio nell’opera di Neruda e Borges, mentre lo storico Franco Cardini parla della vicenda dei missionari perseguitati in Giappone nel ‘600, al centro del nuovo film di Martin Scorsese. Infine, lo scrittore Paolo Cognetti parla degli eremiti, da lui definiti “i nuovi esploratori del XXI secolo”.
Esiste un’eccezionalità dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi? Alcuni scienziati mettono in dubbio questo paradigma. In realtà le sue mani, la sua parola e il suo intelletto lo differenziano sostanzialmente dal mondo animale.
Guardare all’umanità dell’altro è il percorso da compiere per chi ha vissuto l’esperienza della perdita di un congiunto nel conflitto mediorientale. Nell’atto di comprendere c’è, paradossalmente, lo spazio per aprire una discussione e liberarsi dalla rabbia.
Non solo in Medio Oriente, ma in varie parti del mondo sono in atto durissime persecuzioni dei credenti in Cristo. Ecco una mappa aggiornata di una realtà che papa Francesco definisce martirio per evitare riduzionismi e strumentalizzazioni.
Dal «New York Times» al «Guardian», sempre più media non si affidano ai loro inviati per raccontare le zone calde del mondo, ma a giornalisti che scrivono reportage da liberi professionisti. Una tendenza che comporta alcuni rischi.
Avere come unico obiettivo l’aumento illimitato del Pil è miope e fuorviante. Il benessere non dipende dalla quantità di merci e servizi a disposizione ma dalla possibilità di godersi la vita senza compromettere un’uguale opportunità alle generazioni future.
L’emergenza immigrazione si combatte anche attraverso lo sviluppo in Africa di nuove imprese attente all’impatto sociale e ambientale delle proprie attività e capaci di generare posti di lavoro diretti e nell’indotto. L’esperienza di E4Impact Foundation.
Una resistenza spirituale grazie al valore della parola contro la barbarie che affligge la nostra epoca. Da Erasmo a Italo Calvino, da Brodskij alla Ortese, un confronto a tutto campo per ridare valore al linguaggio, anche quello politico.
Nell’Anno della misericordia sembra esserci più violenza che mai, in tutte le parti del globo. Una sfida a riflettere e vivere il perdono come un’esperienza di apertura a partire dal nostro originario essere esposti all’altro.
Ancora alcune riflessioni sul dibattito aperto sull’identità dell’Ateneo. L’importanza della totalità contro la frammentazione e il senso della comunità fra docenti e studenti. La formazione accademica e l’attenzione rivolta al bene comune.
Il mondo globale è segnato dalla dispersione dei saperi e dal ritorno ambiguo del religioso: quali valori possiamo comunicare alle nuove generazioni? Fra eredità e memoria storica, uno sguardo coraggioso sulla nostra civiltà. Il ruolo dei formatori.
Le profonde innovazioni sia nelle scienze della natura sia nelle scienze dell’uomo hanno reso problematica la continuità con un concetto che ha segnato la storia europea. E l’umanesimo laico oggi pare più in difficoltà dell’umanesimo cristiano.
Non c’è solo il modello don Milani: nella scuola italiana sono molte le sperimentazioni che favoriscono negli studenti profonde azioni conoscitive per coinvolgerli totalmente. Senza dimenticare la potenza maieutica della nostra tradizione culturale.
Divisi in tutto e per tutto dalle loro posizioni politiche, i due grandi scrittori sudamericani erano accomunati dal senso del divino pur essendo agnostici. Una lettura della loro opera letteraria dal punto di vista della religiosità.
La vicenda delle persecuzioni subite nel Seicento torna alla ribalta grazie al film Silence di Martin Scorsese in uscita a fine anno. Una prova durissima per i cattolici: la pratica barbara delle “immagini da calpestare” imposta dal Sol Levante.
L’anniversario della morte di Uberto Pestalozza è l’occasione per fare il punto sull’insegnamento della disciplina nelle università italiane. Dai primi approcci storico-archeologici al dialogo con le scienze umane. La svolta del Concilio Vaticano II.
È un ambito delle religioni che oggi vive un revival e che ha avuto una storia spesso sofferta. Da Giovanni della Croce a Edith Stein e Teresa di Calcutta, non è mai separato dal mondo. E dallo humour, come in san Francesco.
A dispetto della tranquillità frenetica dell’ideologia digitale, sulla scia di Heidegger bisogna distinguere il dono dell’autentica e purtroppo rara amicizia dallo scambio delle varie “amicizie” che si stringono e si sciolgono in pochi istanti sulla rete.
L’eremitaggio oggi non è una clausura: non ci si può rintanare in una cella. È anzi una ricerca, un avventurarsi fuori dai territori conosciuti, un affinare la vista e l’udito per credere e sentire meglio, o imparare daccapo a farlo perché la città ci rende sordi e ciechi.
Incipit articolo: «Vivo per quattro mesi all’anno in una baita di montagna. È una casa circondata da pascoli e boschi, a circa duemila metri d’altezza e sei chilometri di distanza dal paese più vicino, dove vado ad abitare dalla fi ne di maggio all’inizio di ottobre...»
Il nome del presidente dell’Eni è tornato alla ribalta come uno degli artefici del boom italiano. Ma per capire la sua figura occorre una prospettiva più ampia, ideata e condivisa da intellettuali cattolici. La partecipazione alla esistenza contro il nazifascismo.