"I veleni della chimica, gettati sulla terra e nelle acque per 'migliorare' la natura, ormai ci tornano indietro: i depositi finali sono i nostri corpi. Ogni bene e ogni attività è trasformata in merce, e ha dunque un suo prezzo: si può comperare, vendere, affittare. Persino il sangue (dei vivi), gli organi (dei morti e dei vivi) e l'utero (per una gravidanza in 'leasing'). Tutto è diventato fattibile: dal viaggio interplanetario alla perfezione omicida di Auschwitz, dalla neve artificiale alla costruzione e manipolazione arbitraria di vita in laboratorio." Così scriveva l'ambientalista cattolico già leader di Lotta Continua Alex Langer nel 1990 in una immaginaria Lettera a san Cristoforo sui destini del pianeta.
Ora la rivista "Vita e Pensiero" nel numero in uscita ripubblica il testo come editoriale con il titolo "La civiltà senza limiti e la gravidanza in leasing". "In questi mesi intorno alla vita e alla natura - si legge nella presentazione della rivista dell'Università Cattolica - abbiamo visto scatenarsi dibattiti, confrontarsi le opinioni, radicarsi i fondamentalismi. Così abbiamo deciso: rileggere Alex Langer e la sua Lettera a San Cristoforo aveva ancora qualcosa da dirci in tempi di Laudato Si’ e gravidanze surrogate. Non tanto per trovare insperate concordanze e nemmeno per un tentativo di strumentalizzazione, ma per provare a riflettere partendo da un punto di vista letteralmente estemporaneo."
Tra gli altri articoli del nuovo numero un'ntervista all'intellettuale tedesco Habermassu filosofia e globalizzazione, una riflessione della filosofa ungherese Agnes Heller sui destini dell'Europa, un'analisi di Gluliano Vigini sui giovani e la lettura, la testimonianza di Eugenio Finardi suil futuro della musica italiana.
Dai veleni della chimica al commercio di organi, all’utero in affitto: ecco come nel 1990 Alex Langer denunciava gli inganni di un mondo ammaliato dal progresso a tutti i costi nella Lettera a san Cristoforo. Che qui ripubblichiamo per la sua attualità.
Il Vecchio Continente è uno storytelling continent, un insieme di storie fatte di libertà, di progresso ma anche di sopraffazione. Ora deve riscoprire la sua vocazione planetaria ridefinendo, al tempo stesso, la relazione tra centro e periferia.
L’attaccamento alla patria è stato un elemento fondamentale nella lotta dei popoli dell’Est europeo per liberarsi dal comunismo. Tanto che Giovanni Paolo II parlò di una "teologia delle nazioni". Ma ora il concetto di nazione esprime chiusura, rifiuto e conservazione.
L’evento di Cuba è frutto del dinamismo ecumenico e della crescita di una sensibilità panortodossa. In questo passaggio della storia del cristianesimo si apre una grande chance per ripensare paradigmi culturali e religiosi di rapporto tra Occidente e Oriente.
Vent’anni dopo la nota definizione di Samuel Huntington, possiamo considerare i conflitti in atto come espressione dello "scontro di civiltà"? O siamo di fronte a un conflitto di tipo nuovo, come ha più volte rimarcato papa Francesco?
Il grande intellettuale tedesco analizza il ruolo del pensiero e delle fedi rispetto al potere dominante del sistema finanziario: è il compito della demistificazione. Le nostre democrazie capitaliste sempre più ridotte a democrazie di facciata.
Nonostante i diversi interventi per colmarne gli squilibri, il sistema previdenziale resta imperniato sul primo pilastro, mentre il secondo fatica a decollare. Eppure la previdenza complementare rappresenta un buon investimento per rilanciare il sistema Paese.
È possibile immaginare una nuova concezione più dialogica dopo la "frantumazione" della metafisica propria delle correnti filosofiche contemporanee? Tre studiosi si confrontano dopo la riflessione del cardinale Gianfranco Ravasi pubblicata sul numero scorso.
L’entusiasmo nei confronti della tecnologia non può comportare un’ignoranza dei valori insiti nella cultura classica. Ecco come non ripetere oggi gli errori della separazione fra le "due culture" denunciata nel 1959 da Charles Percy Snow.
Frugare la classicità nelle pieghe, trarne le lezioni essenziali nell’etica come nell’estetica, temperare ciò che vi è di eccessivo, di ridicolo, di futile, di banale, di triviale nell’attualità. Ecco perché cultura classica e web possono convivere.
Da Giovanni Paolo II a Francesco le linee di fondo per un Ateneo di ispirazione cristiana. Il rapporto vitale con la Chiesa e la capacità di promuovere una cultura della prossimità e dell’incontro, evitando ogni autoreferenzialità e mentalità apocalittica.
La ragione non fa solo da spina dorsale alla fede, ma dà carne alle varie forme del sapere. Esiste un rapporto profondo fra teoria e prassi, pensare e praticare. Infatti si diventa adulti quando si è capaci di concentrare il sogno in una scelta di vita.
Una fatwa dell’Isis per l’eliminazione dei bambini Down chiama in causa anche l’approccio alla questione della cultura occidentale. Che si sente sempre più impreparata ad affrontare la vulnerabilità e ad accettare l’imperfezione che non corrisponde agli standard.
Oltre all’importante visita di Francesco alla sinagoga di Roma, a segnare una svolta storica nelle relazioni tra le due comunità di fede è stata la pubblicazione di alcuni documenti, da parte sia cattolica sia ebraica. Con aperture singolari e mai viste.
Il termine coniato da Zygmunt Bauman in realtà è ormai insufficiente: il successivo e progressivo squagliamento della società ha assunto aspetti estremi. E investe il futuro stesso della narrativa “teologica” e la capacità del linguaggio di creare miti.
Le nuove tecnologie hanno dilatato interessi e curiosità delle nuove generazioni, ma hanno anche modificato i loro comportamenti di lettura e l’acquisto dei volumi. In questo senso la tendenza si conferma negativa. Forse non siamo “nati per leggere”?
Nel mondo delle università pare venir meno l’idea di una conoscenza complessiva e organica e prevale un approfondimento settoriale che ricerca un’immediata applicabilità dei suoi risultati. Gli studenti sono le prime vittime ma anche i complici di questo fenomeno.
La sempre più frenetica rincorsa dell’opinione è divenuta una costante anche degli ultimi esecutivi italiani e rischia di trasformare la nostra democrazia in una sondocrazia, una Repubblica fondata sul mutevole umore dei cittadini, non sempre correttamente informati.
L’avvento di internet e dei talent show ha contribuito a cambiare l’industria musicale, aprendo a nuovi scenari fino a poco tempo fa impensabili. Resta il fatto che per avere successo bisogna scrivere canzoni che abbiano un senso e un messaggio da comunicare.
Le politiche del neoliberismo hanno fallito, aggravando le disuguaglianze senza far crescere il benessere. Partivano da un falso concetto di libertà rinnegando i valori dell’Illuminismo. L’alternativa del “capitalismo progressivo” fra Stato, mercato e società civile.
Il dibattito promosso dalla rivista sulla cultura nel nostro Paese si conclude con alcune voci del mondo cattolico. In una fase di crisi evidente, esplosa durante la pandemia, come la Chiesa può continuare a parlare al Paese? E attraverso quale cultura?
La letteratura per l’infanzia nel nostro tempo è in larga parte insignificante: pubblicizzata e descritta come oggetto di consumo, è diventata inoffensiva e scontata. Tornare a Jules Verne e al Capitano Nemo per lottare contro la disumanità del nostro tempo.