News / Dalla rivista / Polemiche culturali
La contestazione criticò fortemente consumismo e società capitalistica. Eppure, dopo cinquant’anni si può dire che essa rappresentò in realtà l’affermarsi della società del consumo. Un’analisi controcorrente firmata da Silvano Petrosino

Sono vent’anni che in Italia si discute di una legge sul libro che aiuti e sostenga la sua diffusione. Ma non si è arrivati ancora a una sua approvazione. E mentre pullulano le iniziative non si placa la polemica sul Salone che si è sdoppiato fra Milano e Torino.

Nell’eterno dibattito sulla loro funzione, non c’è solo il rischio che tradiscano, ma che spariscano, per mancanza di credibilità. L’incrocio tra etica, cultura e politica – vero nodo da affrontare – resta un interrogativo insoluto. Il modello? Simone Weil.

Neruda e Borges: divisi in tutto e per tutto dalle loro posizioni politiche, i due grandi scrittori sudamericani erano accomunati dal senso del divino pur essendo agnostici. Una lettura della loro opera letteraria dal punto di vista della religiosità.

Moriva il 1° dicembre 1916 quello che può essere considerato un padre del deserto contemporaneo. Preferì gli ultimi posti ai primi, la vita nascosta a quella pubblica: nella sua immagine possono riconoscersi tutti i “falliti” della storia.
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Un concetto che viene da lontano, i cui contenuti sono sempre più oggetto di dibattito. Se la vecchia metafisica non resiste più, è possibile individuare nel personalismo di Lévinas, Mounier, Buber e Ricoeur una visione dialogica e relazionale.
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L’operazione Mondadori-Rcs è solo una delle più rilevanti azioni di sinergia avvenute nel settore librario italiano. Un fenomeno che, oltre a testimoniare la dinamicità del contesto, obbedisce a un’idea di fondo: giocare all’attacco in un mercato globalizzato.

A caratterizzare lo stile del Pontefice è la capacità di combinare parole in modo originale, costruendo espressioni che lasciano il segno. Con l’effetto di attirare l’attenzione e infondere nel destinatario il coraggio di lasciarsi coinvolgere nel dialogo.
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Un blog americano ha passato al vaglio le maggiori hit degli ultimi dieci anni e sostiene che hanno testi da terza elementare. Per qualcuno sono ancora e sempre “canzonette”, ma in realtà sono oggetti complessi e fanno parte delle nostre vite.
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In una società dominata dall’individualismo e dalla cultura del provvisorio, la famiglia si trova al centro di violenti scontri ideologici. È invece uno dei pochi luoghi di reale apertura all’alterità e di educazione a quel “sapere esperienziale” che ci rende umani e liberi.
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