News
Proseguendo il dibattito innescato da A. Berardinelli, G. Riva suggerisce di non contrapporre umani e IA, ma di immaginare un “sistema 0” integrato in cui si progetti l’amplificazione, non la sostituzione dell’umano.

Mary Wollstonecraft rivendicava l’importanza dell’educazione per cambiare il ruolo delle donne e il mondo. Pensiero adombrato già da Montaigne, ma che ancora oggi non viene pienamente accettato.

Come far fronte al male che così spesso incontriamo? I grandi romanzi ci possono aiutare, da Dostoevskij a Truman Capote. E ci indicano che il male può non essere l’ultima parola anche quando è abissale. Per poter perdonare le crepe ingiustificabili di questo mondo.
Continua >
Film e bestseller sono pieni di riferimenti a un latino approssimativo se non totalmente scorretto. L'antica lingua di Roma rimane nell'immaginario di tutti, anche di chi non la conosce e non l'ha studiata.

Prosegue il dibattito inaugurato da A. Berardinelli e proseguito da T. Bartolomei: il ruolo degli intellettuali è testimoniare l'humanitas in tempi difficili, contro i tecnocrati pronti a strumentalizzare le emozioni.

Un progetto di cui si parla da decenni, un’ipotesi che ha manifestato fragilità, ma che oggi è possibile recuperare in un contesto post-ideologico. Il personalismo di Mounier e Olivetti e il meridionalismo di Compagna. Un ruolo propositivo degli intellettuali.
Continua >
In risposta all’articolo di Alfonso Berardinelli (VP+ 178), Teresa Bartolomei evoca le “tecniche” e le “risorse” su cui riflette l’Antigone di Sofocle: riflessioni valide anche per l’intelligenza artificiale e i miraggi di ricchezza che propone.

Su impulso di Trump è arrivata la tregua a Gaza. Ma Netanyahu e Hamas sembrano più attenti a guadagnare dalla tregua che a costruire la pace, e le dichiarazioni di Trump rendono il futuro imprevedibile.

In vista del centenario della Treccani, il prossimo 18 febbraio, una riflessione sull'enciclopedia in volumi rilegati e sul sito costruito in maniera collaborativa. I due progetti si sono ibridati, per soddisfare la sete di conoscenza.

Sanremo è anche uno straordinario laboratorio mediatico, in cui osservare pregi e limiti di vecchi e nuovi modi di comunicare. Le differenze generazionali sono evidenti sia tra i giornalisti sia tra i cantanti.
